di Roberto Messa
(Editoriale TCS settembre 2013)
L’età media dei migliori giocatori si è abbassata nell’ultimo decennio, al punto che ormai i quarantenni che resistono ai vertici mondiali si contano sulle dita di una mano, al punto che nessuno crede più che gli scacchi agonistici offrano una carriera che dura tutta la vita, come si usava dire non molti lustri addietro. A marcare lo spartiacque tra passato e presente è stato, come per tante altre cose, Garry Kasparov che si ritirò a 42 anni perché non voleva continuare a dedicarsi anima e corpo a una disciplina che, secondo lui, non gli avrebbe riservato altro che un lento ma inesorabile declino.
L’annuncio fu così traumatico per la comunità scacchistica che su quella memorabile giornata – era Il 10 marzo 2005 e Kasparov aveva appena vinto per la nona volta il torneo di Linares – fu scritto addirittura un ottimo libro (The day Kasparov quit). Tuttavia gli appassionati seguono con crescente simpatia le gesta dei grandi maestri più maturi: non parliamo del leggendario Viktor Korchnoi, ma di campioni tutto sommato ancora giovani come Kramnik (38 anni), Topalov (38), Kamsky (39), Adams (41), Ivanchuk (44)… ed è appena il caso di ricordare che Anand, campione del mondo in carica, ha 44 anni e il suo vice Gelfand 45. Il motivo di questo interesse lo si intuisce anche dai commenti che Kasparov rilascia in occasione dei grandi eventi, come per la World Cup di Tromsø: le partite di questi giocatori si distinguono per stile, concezione strategica e profondità di idee. Il gioco dell’ultima generazione formatasi sui libri anziché con il computer ha fondamenta solide e orizzonti creativi ancora in grado di reggere il confronto con le metodologie di allenamento, agonisticamente più efficienti, di questo millennio. Kasparov cade quasi in contraddizione con se stesso affermando che la vittoria di Magnus Carlsen su Vishy Anand nel prossimo match per il titolo mondiale non è affatto scontata… eppure il giovane norvegese ha quasi cento punti Elo in più dell’indiano, e la metà dei suoi anni!
Uno sguardo in casa nostra: al torneo semifinale del Campionato italiano assoluto, che si è svolto a Civitanova Marche in luglio, sono ritornati alla ribalta addirittura i cinquantenni: Fabio Bruno (52) e Andrea Cocchi (55). Già protagonisti dei Campionati italiani degli anni Ottanta, Fabio e Andrea sperimenteranno di nuovo l’emozione della finale, che si svolgerà a Roma dal 21 novembre al 2 dicembre. Detto ciò, la vera età dell’oro è quella dei coetanei del piccolo scacchista in copertina; chi è stato ai campionati italiani giovanili di Courmayeur non potrà non convenirne.
Il sommario del numero di settembre in formato RTF