di Dario Mione
(editoriale TCS aprile 2015)
Le squadre nazionali di scacchi sembrano destinate a somigliare sempre più a quelle dei club di calcio. Solo per un fattore, naturalmente: la provenienza eterogena dei giocatori. Ci spieghiamo e tentiamo di farlo con ordine.
Com’è ormai noto, si fa sempre più serrata la corte straniera nei confronti di Fabiano Caruana, stabile al secondo posto della graduatoria Fide nonostante il periodo sottotono. Che a corteggiarlo siano gli Stati Uniti non può naturalmente stupire: Fab Fab ha doppia cittadinanza, essendo nato a Miami da papà italo-americano e da mamma italiana. E non può stupire che, dopo il trionfo alla Sinquefield cup, siano arrivate a Fab le prime proposte concrete: 100mila euro dagli States, appunto, per il passaggio di federazione. Ma non solo. E questo è il punto. Ciò che stupisce è che a fare una proposta ancora più sonante, 400mila euro, sia stato l’Azerbaigian. Come se il fatto di giocare sotto l’una o l’altra bandiera dipenda ormai solo da una campagna acquisti, piuttosto che dalle origini o dalla cittadinanza di un giocatore, o quanto meno da dove egli viva. È un po’ come se la Nazionale italiana di calcio volesse e potesse acquistare Cristiano Ronaldo o Lionel Messi, a prescindere dal fatto che questi decidano o meno di cambiare residenza e nazionalità. Insomma, apparirebbe un po’ strano, no?
Non appare strano, invece, che molti grandi maestri negli ultimi anni abbiano cambiato “casacca”, per la gioia della Fide, a cui ogni trasferimento frutta fino a 5mila dollari (la nuova Federazione, invece, deve sborsarne fino a 50mila a quella vecchia). Ad approfittare di questo “libero mercato” negli ultimi quattro anni è stata soprattutto la Turchia, che ha “acquistato” il serbo Dragan Solak e il 21enne ucraino Alexander Ipatov, campione mondiale junior 2012. Insomma, ecco spiegato il motivo per cui le rappresentative nazionali (negli scacchi) sembrano destinate a somigliare sempre più a quelle dei club di calcio. Se a determinare l’appartenenza a una o all’altra saranno questioni di convenienza e di soldi, d’altra parte, potrebbe avere poco senso continuare a definirle “rappresentative”.
Consoliamoci, per ora, con il fatto che Fab Fab abbia deciso di rimanere in azzurro fino a dicembre 2015, quando scadrà il suo contratto con la Federazione italiana. E speriamo che rimanga in azzurro anche negli anni a venire. Nel frattempo altre giovani leve del Belpaese sembrano determinate a emulare le sue gesta: Francesco Rambaldi, 16 anni, ha ottenuto la sua seconda norma GM e superato quota 2500 nel campionato francese a squadre; sempre in Francia, a Cannes, Luca Moroni jr (di un anno più giovane) si è invece piazzato secondo ex aequo, realizzando la seconda norma MI. Che dire… vive l’Italie!
Il sommario del numero di aprile in formato RTF