di Roberto Messa
(editoriale TCS aprile 2016)
Quando parti favorito, quando l’obiettivo è quello per il quale hai lottato e lavorato fin da bambino, quando rimani in corsa fino all’ultima partita, ma vieni superato dal concorrente diretto, a scacchi come nella vita c’è una sola parola: sconfitta. Gli scacchi ci insegnano fin dai primi passi ad accettare la sconfitta, a trarne tutti gli insegnamenti che essa ci può fornire, a superarla e a continuare a guardare avanti con ottimismo, perché a scacchi come nella vita i rimpianti sono di pochissimo aiuto. Tuttavia, si osserva che l’ascesa dei più grandi campioni verso il titolo mondiale nella maggioranza dei casi è stata fluida, senza scivoloni o quasi. Alcuni allenatori sostengono che un ultimo posto in un torneo importante, anche in età giovanile, può lasciare nella psiche dell’agonista una specie di piccolo fantasma che, nei momenti decisivi della carriera, può ritornare a disturbare i sogni e i pensieri dell’aspirante campione. Fabiano Caruana ha solo 23 anni e il Torneo dei Candidati che si è appena concluso non era di certo la sua ultima spiaggia, ma a condizione che non faccia come altri giovani aspiranti, a cui a un certo punto è venuta meno la grinta e – con le parole di due italiani immortali – “lo studio matto e disperatissimo” e il “volli, volli fortissimamente volli”.
Non è facile, quando a dispetto della giovane età si hanno già sulle spalle quindici anni di allenamento e di studio intensivo delle aperture, più di milletrecento partite di torneo a tempo lungo, centinaia di lunghe trasferte.
Perché parlare ancora di Caruana, dopo la capriola con la quale l’anno scorso ha lasciato la nostra Federazione per ritornare a quella statunitense, lautamente ingaggiato dal mecenate Rex Sinquefield? Forse perché Fabulous Fabiano ha pur sempre in tasca anche il passaporto italiano? O per malignare che da quando non ha più lo “Stellone” a portargli fortuna il suo punteggio Elo è sceso di cinquanta punti? Piaccia o no, perché la sua presenza-assenza, ancorché a tratti ingombrante, ha scritto una pagina importante nella storia degli scacchi in Italia e ha stimolato tutti, incluse le giovani promesse come Luca Moroni e Francesco Rambaldi.
A proposito di Rambaldi, osserviamo con piacere come il nostro più giovane grande maestro in marzo sia arrivato all’ultimo turno in prima scacchiera in entrambi i fortissimi open a cui ha preso parte, Cannes e Reykjavik. In Costa Azzurra ha perso con il vincitore del torneo, concludendo comunque con un buon 6 su 9; in Islanda ha pareggiato, classificandosi molto bene con 7,5 su 10 e consolidando la sua posizione tra i migliori dieci under 18 del pianeta.
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