di Dario Mione
(editoriale TCS gennaio 2020)
L’Oscar degli scacchi è stato un premio assegnato al miglior giocatore dell’anno fino al 2014, quando la rivista russa “64”, che lo coordinava, cessò le pubblicazioni. Dal 2009 al 2013 ad aggiudicarsi la statuetta di bronzo era stato Magnus Carlsen, che, probabilmente, la vincerebbe anche per il 2019: da gennaio a luglio dello scorso anno, in particolare, il campione del mondo aveva vinto ogni singolo evento cui aveva preso parte (Wijk aan Zee, Memorial Gashimov, Norway chess e Zagabria fra gli altri). L’unico giocatore che potrebbe contendergli il premio è il cinese Liren Ding, che lo aveva superato nella Sinquefield cup, aveva trionfato nel Grand chess tour ed era arrivato in finale alla Coppa del mondo, mantenendosi costantemente sopra quota 2800 in lista Fide. Se c’è un minimo dubbio sul vincitore di un eventuale Oscar, a ogni modo, non ve n’è alcuno sul destinatario del premio alla sfortuna. Il francese Maxime Vachier-Lagrave ha infatti vissuto un anno da protagonista, ma non è riuscito in alcun modo a staccare il pass per il torneo dei candidati: né per l’Elo medio del 2019, superato di 6 punti da Anish Giri, né alla Coppa del mondo o al Grand Prix Fide, piazzandosi terzo in entrambi gli eventi – ma la qualificazione spettava solo ai primi due.
L’unica speranza di MVL rimaneva quella di ottenere la wild-card dagli organizzatori russi, ma questi avevano già messo bene in chiaro, fin da subito, che avrebbero designato un giocatore di casa e così è stato: la scelta è ricaduta sul 22enne emergente Kirill Alekseenko, terzo al Grand Swiss open alle spalle di Hao Wang e Fabiano Caruana. Un boccone senz’altro amaro da digerire per il francese, ma il regolamento parlava chiaro e ogni recriminazione è vana. Al torneo dei candidati, in programma a partire dal 15 marzo prossimo a Ekaterinburg, prenderanno dunque parte Caruana, Ding, Giri, Grischuk, Nepomniachtchi, Radjabov, Hao Wang e Alekseenko.
Per un futuro imminente, però, pur legittimando la scelta degli organizzatori per il 2020, il direttore generale della Fide Emil Sutovsky ha annunciato cambiamenti: «Concordo sul fatto che la pratica di fornire una wild-card per i Candidati debba essere del tutto abbandonata e farò del mio meglio per sbarazzarmene – come già fatto con i Candidati femminili». Meglio tardi che mai.
Mentre si definiva la lista dei candidati, due giocatori azzurri festeggiavano la fine del 2019 nel migliore dei modi: Alberto David con il suo terzo titolo di campione italiano, Pier Luigi Basso con il raggiungimento di quota 2600 in lista Fide. Complimenti a entrambi. E ora speriamo in un 2020 frizzante per tutti, giocatori e pubblico.
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