Si dice che un
pugile, col passare degli anni, possa perdere molte
qualità, ma non la potenza del suo pugno. Nella lettera
"a tutti gli scacchisti italiani", che
pubblichiamo di seguito, Sergio Mariotti allude
probabilmente a qualcosa del genere, quando si dichiara
ancora capace di battere chiunque, in virtù non del suo
Elo, ma di quella che lui definisce "la forza
scacchistica". Credo che presto me ne darà
dimostrazione, tanta è la consapevolezza di questa
"forza" e l'orgoglio che emana dalle sue parole.
Ciò forse lenirà il mio dolore per aver contribuito,
con null'altro che con le mie opinioni, a provocare l'amarezza
del primo grande maestro italiano, che non solo ha
rinunciato a giocare alle Olimpiadi di Bled, ma per il
futuro intende addirittura tesserarsi per una federazione
straniera. Scrive Mariotti: "In ogni caso non voglio
più assolutamente rappresentare certo scacchismo;
preferisco terminare la mia carriera giocando per altro
Paese e dimenticare l'irriguardoso trattamento
riservatomi dai detrattori, i quali invito a giocare a
scacchi meglio di quanto so fare io".
Spero, come e più di tutti, che voglia riconsiderare
questa decisione.
MI
Roberto Messa
Alla
cortese attenzione del Presidente Vicario dottor Giuseppe
Lamonica
e per conoscenza a tutto il Consiglio Federale
e per conoscenza a tutti gli scacchisti italiani
Caro Presidente,
ti ringrazio per la tua gentile lettera datata 19/7/2002,
nella quale mi comunichi che il Consiglio Federale ha
giudicato positivamente la mia richiesta di far parte
della squadra nazionale che prenderà parte alle prossime
Olimpiadi in Slovenia. In un primo momento avevo
accettato la convocazione con grande gioia, in quanto mi
veniva data la possibilità di concludere la mia carriera
per i colori italiani nellimponente scenario della
più importante e prestigiosa manifestazione di scacchi a
livello mondiale, e avevo deciso di prepararmi con cura a
tale evento per cercare di contribuire a far ottenere un
risultato di prestigio alla nostra Nazionale. Ma adesso,
dopo aver appreso tramite Internet la discutibile lettera
aperta del M.I. Borgo sulla mia convocazione, e con mio
maggior rammarico, che un vecchio amico come Roberto
Messa, direttore della rivista specialistica "Torre
e Cavallo", ha espresso grandi dubbi sulla mia
convocazione a scapito dello stesso Borgo, ed ancora e
soprattutto -più stupefacentemente- molte lettere di
scacchisti, su tale argomento, con frasi irriguardose nei
miei confronti e alcune anche di velato insulto, per
questo motivo mi vedo costretto a non poter ignorare la
cosa e, seppure a malincuore, a rinunciare, a tutela
della mia dignità di giocatore e di uomo, alla
convocazione per le Olimpiadi.
Non voglio avere il rimorso di lasciare tali autori nel
dubbio: in quale ordine di scacchiera io debba giocare,
scavalcando magari coloro che hanno un punteggio Elo
superiore al mio; se io possa con 100 punti Elo in meno
vincere con Bellini, Arlandi e Borgo; oppure ancora, se
la decisione di convocare un giocatore della mia età sia
stata giusta e compatibile con il rispetto delle norme
federali. Pensavo in tutti questi anni di essermi
guadagnato un qualche credito anche da parte di Questi
scacchisti polemici nei miei confronti, soprattutto per
il fatto di aver contribuito, con le particolarità del
mio gioco, a risvegliare linteresse internazionale
per un Paese considerato scacchisticamente non progredito.
Michele Godena è, purtroppo, il solo giocatore italiano
ad avere attualmente peso a livello internazionale, anche
se mi auguro che gli altri abbiano tutto il tempo di
raggiungere i risultati che si promettono. E non abbiamo
nemmeno giocatori giovani abbastanza forti da poter
sostituire quella che ormai è la generazione del
passato, perché tutti i nostri M.I., non essendo più
giovani, non possono essere considerati più e ancora
"giovani" speranze.
A proposito di argomenti delle citate lettere su
Internet, visto che ivi si parla dei risultati da me
ottenuti nella carriera scacchistica -"risultati non
particolarmente prestigiosi"- vorrei chiarire a questi
signori che io sono sempre stato un dilettante degli
scacchi [ ho sempre lavorato e dedicato gran parte del
mio tempo alla famiglia e ai figli (in pratica sono stato
uno dei pochissimi G.M. in tutto il mondo a non essere un
professionista)]. Subito dopo giugno 1974, quando ho
conquistato il titolo di G.M. alle Olimpiadi di Nizza, a
luglio (1974) ho iniziato a lavorare in Banca, e quindi i
risultati da me conseguiti sono stati realizzati con un
impegno che i campioni esteri sono soliti esplicare col
pieno tempo. Eppure, non si creda che lavorare fin poco
prima dellinizio di un torneo e poi giocare contro
professionisti preparati, e soprattutto ben riposati, sia
cosa facile: allInterzonale di Manila del 1976, ad
esempio, avevo lavorato il lunedì, sono partito il
martedì e ho iniziato a giocare il
mercoledì allaltro capo del mondo con 55 gradi allombra
(i russi erano già lì con almeno 10 giorni di
acclimatamento); ed in alcuni tornei del Banco di Roma ho
lavorato la mattina e il pomeriggio sono andato a giocare.
Ciononostante, io, da semplice dilettante, ho conseguito
varie soddisfazioni: ho pareggiato con Karpov, campione
del mondo; ho pareggiato con Petrosian e Spassky, ex
campioni del mondo; ho vinto con Korchnoj, vice-campione
del mondo; e ancora ho vinto con Polugaevskij, quando era
considerato il terzo giocatore a livello mondiale. E poi,
le varie vittorie con tanti prestigiosi G.M.; il primo
posto in forti tornei come Reggio Emilia, Rovigo,
Stoccolma; secondo posto (dopo un certo Mikhail Tal) ad
un importante torneo lampo a Leningrado davanti a tanti
famosi G.M.; due volte secondo, nei forti tornei
internazionali del Banco di Roma; il primo titolo di G.M.
della nostra storia; il dodicesimo posto alle Olimpiadi
con la squadra nazionale, miglior risultato di tutti i
tempi; primo italiano ad aver vinto uno Zonale e ad aver
partecipato a un Interzonale; le varie vittorie nei
campionati lampo e semilampo; le vittorie nei campionati
a squadre col Banco Roma, Napoli, Ars; il record europeo
di simultanea a Grosseto.
Ma adesso mi rendo conto, come mi determinano a pensare
le persone in argomento, che questi sono risultati
normali che altri giocatori italiani hanno avuto, e che
quindi non cè proprio niente di cui gloriarsi. Però
la mia più grande soddisfazione è stata, negli anni
passati, di essere considerato da tutti i più forti
scacchisti a livello mondiale un giocatore molto
pericoloso; tanto che Karpov, campione del mondo, e tanti
altri prestigiosi G.M. quando giocavano con me mettevano
il massimo dellattenzione.
Per quanto riguarda il punteggio Elo, io, non me ne sono
mai curato; ho sempre partecipato a tornei perché a me
piace unicamente giocare a scacchi per il solo gusto del
gioco, e per me lElo non rappresenta proprio niente.
Spesso, le ferie mi vengono concesse in periodi che mi
consentono di prender parte solamente a piccoli tornei;
oppure, a volte, partecipo a manifestazioni dove ho
grandi amicizie, come ad esempio a giugno 2002 a Rivoli
dallamica organizzatrice Maria Grazia Claretto; o,
a manifestazioni dove si giocano due turni al giorno, che
possono risultano pesanti; tutte manifestazioni dove sono
consapevole che se anche arrivo primo posso addirittura
perdere punti Elo, ma alle quali partecipo con la stessa
gioia di giocare di sempre senza curarmi dellElo
assolutamente. Ripeto e sempre ripeterò che a me del
punteggio Elo non importa proprio niente. Infatti, se
anche avessi in sorte -a dispetto dei miei detrattori- di
guadagnare facilmente molti punti, non
me ne farei proprio niente: non sono un professionista e
quindi lElo per me non è vitale.
Ma sono però ben consapevole della mia forza di gioco; e
sebbene io sia posizionato, secondo lElo, tra gli
ultimi G.M. della classifica FIDE -come fanno notare
Questi signori-, io so che, anche attualmente, posso
avere lenergia e la forza di gioco, in una singola
partita, di battere chiunque a qualunque livello; e per
livello intendo quello mondiale. A dispetto di chi pensa
che lElo sia significativo e che la forza di gioco
dipenda solamente da qualche numeretto in più o in meno,
io non "funziono" con lElo: funziono con
la "forza scacchistica" (che è capacità di
risolvere); e con me si deve dimostrare sulla scacchiera
quello che si vale, non si può sperare di farmi paura
trincerandosi dietro ad un punteggio che io nemmeno
considero. Infatti, quando ho battuto Korchnoj, avevo
circa 300 punti in meno di lui, ma non mi sono disperato
per tale fatto e mi sono basato solamente sulla mia
carica agonistica e sulla fiducia in me stesso, come ho
sempre fatto in tutte le mie partite.
Dal 1996 al 2000 ho avuto un periodo pesante fisicamente
(salute, e fatica anche accumulata con la presidenza
federale), ma adesso mi sono completamente ristabilito e
infatti la mia qualità di gioco è tornata a livelli
molto buoni, come dimostra la mia partecipazione al
recente Campionato italiano a squadre.
Penso invece che chi -come i miei detrattori su Internet-
è mal documentato su di me, potrebbe ricevere risposte
molto sorprendenti, se chiedesse a forti giocatori
stranieri con chi preferirebbero giocare, ancora oggi, lultimo
turno di un torneo -dove magari essi contendessero il
primo posto- tra il sottoscritto o altro giocatore
italiano.
Circa la mia convocazione alle Olimpiadi, in forza della
wild-card, la FSI ha esplicato il suo diritto statuito
con la stessa, per casi in cui la Federazione voglia
esprimere una propria valutazione su qualche giocatore a
prescindere dal suo punteggio Elo, e allora perché
accusarla di andare contro i propri principi e i propri
regolamenti, quando tutti sanno, specialmente coloro che
sono a livello della Nazionale, che la FSI può
convocare, ad ogni Olimpiade, un giocatore di sua scelta?
Nel mio caso specifico, si è probabilmente tenuto anche
in considerazione il fatto che ho sempre accettato con
grande orgoglio di far parte delle squadre nazionali e
che ho sempre dato il massimo dellimpegno per far
ben figurare la FSI. Secondo me sarebbe stato addirittura
anche plausibile far scegliere i componenti della squadra
nazionale al Commissario tecnico federale o al capitano-allenatore
Razuvaev, sulla cui competenza scacchistica non si
possono certo avere dubbi.
La convocazione tramite il solo punteggio Elo può non
essere la migliore, per quanto riguarda la vera forza
della squadra, in quanto tale punteggio indica a volte
soltanto un valore statistico, non il reale valore del
giocatore (Bellia, Lanzani, Mantovani, Vallifuoco
Giacomo, Iannaccone, Fabio Bruno, Tassi lavorano e,
quindi, non possono partecipare, spesso, a tornei per
aumentare il proprio Elo, ma a mio parere sono superiori,
come "forza" scacchistica, ad alcuni giocatori
che vengono regolarmente convocati in Nazionale).
Qualcuno ha asserito che la mia richiesta di far parte
della Nazionale è stata tardiva: non si dimentichi che
io lavoro, e quindi ho dovuto aspettare lautorizzazione
della mia Banca per sapere se potevo prendere le ferie
nei mesi di ottobre e novembre 2002. Altri obiettano che
io possa togliere a Borgo la possibilità di fare la sua
norma di G.M. alle Olimpiadi: ma la norma si può fare,
in genere, solamente se si gioca sulle prime due
scacchiere, cosa che non mi risulta faccia Borgo. Nella
storia della partecipazione italiana alle Olimpiadi di
scacchi, solamente una volta è stata fatta la norma di G.M.,
dal sottoscritto a Nizza nel 1974 [questo Borgo lo sapeva
benissimo, come sapeva benissimo che in questa
manifestazione è cosa ardua conseguire una eventuale
norma].
Ma allora, sullargomento, che cosa appare
plausibile restare? Forse, la sua protesta circa la mia
convocazione è stata fatta su basi molto più prosaiche
e concrete? Capirei comunque tutta questa polemica se i
risultati della nostra Nazionale, con Borgo, fossero
stati entusiasmanti, ma i vergognosi risultati degli
ultimi anni, a volte con lo stesso Borgo presente, fanno
pensare che se giocassi io al posto suo difficilmente la
situazione potrebbe peggiorare.
Infine, chiedo a Questi Signori -in specie a Messa, dal
punto di vista professionale- che hanno criticato la mia
convocazione alle Olimpiadi: hanno almeno riscontrato se
le stupidate dette da Borgo sono reali? Hanno controllato
chi è il primo degli esclusi dalla squadra olimpica se
partecipassi io? Perché il primo degli esclusi non è
Borgo, ma Carlo Damore; un altro che come me non è
un professionista di scacchi. [Recita, testualmente, la
lettera di convocazione alle Olimpiadi inviatami dalla
FSI: "lordine di convocazione [...] è il
seguente: Bruno Belotti (Campione Italiano), Sergio
Mariotti (wild-card), Michele Godena, Fabio Bellini,
Ennio Arlandi, Fernando Braga. In caso di rinuncia,
subentrano nellordine: Carlo DAmore, Giulio
Borgo"].
E allora, come definire queste persone che creano una
polemica senza nemmeno avere la certezza di esporre
argomenti documentati? Al minimo ... persone che
vagheggiano? La FSI si è mostrata imparziale
considerando anche me; e per ciò io ringrazio il
presidente Lamonica e tutto il Consiglio Federale per lattestato
di stima verso la mia persona, ma non desidero che, per
me, loperato della Federazione sia ulteriormente
commentato da persone che così facendo -chi soltanto non
volutamente, ma sempre inopportunamente; altri invece
soltanto senza coscienza- arrecano un grave danno dimmagine
allambiente scacchistico, fatto, poi, questo, di
base a polemiche -alcune anche ad arte- per sminuire le
decisioni del Consiglio FSI.
Si trovi allora un altro argomento per "contendere":
non la mia convocazione, perché io tolgo il disturbo. E
questa mia lettera annunzia la mia definitiva
disponibilità a valutare di giocare per altra
federazione il cui ambiente nulla consenta a denigratori,
salvo continuare nella nostra -dopo sue opportune azioni,
se crede- come fino ad oggi ho sentito, orgogliosamente e
doverosamente. In ogni caso non voglio più assolutamente
rappresentare certo scacchismo e persone sopra indicate;
e, in caso contrario, preferisco terminare la mia
carriera giocando per altro Paese e dimenticare lirriguardoso
trattamento riservatomi da questi detrattori, i quali
invito a giocare a scacchi meglio di quanto so fare io.
Un cordiale saluto a tutti coloro che mi hanno concesso
la propria stima e mi hanno difeso. Un affettuoso saluto
anche a tutti i membri della FSI e specialmente al dottor
Giuseppe Lamonica, che mi auguro sia presto il definitivo
Presidente Federale, essendo a mio giudizio uno dei pochi
allaltezza di ricoprire la carica con serietà e
prestigio; e mi auguro ancora che tutti gli scacchisti,
che possono e vogliono, sostengano con dedizione la Sua
presidenza senza più inutili e contraddittorie polemiche.
GM
Sergio Mariotti
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