Rogers' Report
n° 70, 10 settembre 2009
FEDERAZIONE USA A RISCHIO
CROLLO
del Grande Maestro Ian Rogers
Mentre i giocatori statunitensi nel 2009 hanno fatto grandi
progressi – specialmente il quattordicenne Ray Robson, che in agosto
ha conquistato la seconda norma di grande maestro – la Federazione
scacchistica statunitense ha rischiato il crollo per una serie di
procedimenti giudiziari.
La saga vede come protagonista Susan Polgar, la maggiore delle
leggendarie sorelle ungheresi e una delle grandi promotrici degli
scacchi negli Stati Uniti. La Polgar ha diretto una scuola di
scacchi a New York per diversi anni, ha vinto l’oro olimpico per gli
USA e più recentemente si è trasferita in Texas, dove sta portando
avanti uno straordinario programma scacchistico presso la Texas Tech.
Nel 2007, la Polgar e suo marito Paul Truong erano stati eletti nel
consiglio dell’USCF, ma uno dei candidati sconfitti, l’eccentrico
Sam Sloan, dichiarò che la sua campagna era stata sabotata da
messaggi osceni e ingiuriosi pubblicati a suo nome. Sloan intentò un
azione legale contro l’USCF, la quale avviò un’indagine che indicò
Truong come colpevole.
Seguirono numerose altre cause, fra le quali una intentata dalla
Polgar e da Truong che chiedevano nientemeno che 10 milioni di
dollari per diffamazione. Alla fine la causa di Sloan fu archiviata,
ma l’anno scorso l’USCF ha sostenuto spese legali per 400.000
dollari e di conseguenza ha dovuto ridurre l’orario lavorativo dei
suoi dipendenti.
Nel luglio 2009 la Polgar, già sotto attacco per non essersi dimessa
dalla direzione di un’organizzazione che stava rischiando di fallire
per causa sua, ha ricevuto un altro brutto colpo con l’arresto del
suo webmaster, accusato di oltre 30 reati per intrusione abusiva nel
sistema informatico dell’USCF e accesso alle mail fra quest’ultima e
i suoi legali. Successivamente la Federazione ha deciso di espellere
la Polgar e Truong e di destiturli dal direttivo. All’inizio di
agosto una riunione di delegati da tutti gli USA ha respinto un
ricorso contro questa decisione.
È probabile che Susan Polgar ne esca personalmente come la maggior
perdente, ma alla fine potrebbero essere gli scacchi statunitensi a
risentirne maggiormente, spendendo un milione o più in contenziosi e
perdendo la Polgar, che al momento rappresenta per i media il volto
degli scacchi statunitensi. Gli scacchi possono anche essere un
gioco a somma zero, ma evidentemente un’azione legale negli Stati
Uniti non lo è.
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