Era la sfida fra due big di vecchia generazione, entrambi nati negli anni Trenta a Leningrado (l’odierna San Pietroburgo) ed entrambi “adottati” dall’Europa Occidentale dopo aver abbandonato la madre Russia. Ma, soprattutto, entrambi noti più per le loro sconfitte che non per le loro (peraltro ben più innumerevoli) vittorie. I due big in questione rispondono ai nomi di Boris Spassky, ora cittadino francese, e Viktor Korchnoj, svizzero da vecchia data: il primo campione del mondo dal 1969 al 1972, storico anno in cui venne battuto dallo statunitense Bobby Fischer nella “sfida del (XX) secolo”; il secondo messo ko per due volte dal connazionale Anatolij Karpov, prediletto dal regime, nei match per il titolo del 1978 e 1981. Spassky, 72 anni, vive ormai lontano dai riflettori dell’agone scacchistico internazionale; Korchnoj, 78, non ha invece mai smesso di combattere ed è un punto fermo (e di forza) della squadra svizzera. L’incontro fra questi due vecchi leoni, disputato a Elista (Russia) dal 18 al 26 dicembre, non poteva concludersi se non con un pareggio: 4-4, con due vittorie per parte e quattro patte. Il “terribile” Viktor si è portato in vantaggio all’esordio, poi, nella quinta partita, Spassky ha pareggiato i conti; è quindi seguito un botta e risposta nella sesta e nella settima, con Korchnoj di nuovo in vantaggio e poi subito riacciuffato, dopodichè una rapida spartizione del punto (11 mosse) ha sancito il risultato finale della sfida.
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