I media italiani continuano a interessarsi alle imminenti elezioni Fide. Questa mattina, sul sito di SkyTg24, è stato pubblicato un articolo titolato “Fide, la guerra fredda degli scacchi”, di cui riportiamo più sotto una parte (l’articolo completo si può leggere all’indirizzo http://tg24.sky.it/tg24/mondo/2010/09/13/elezioni_presidenza_fide.html). Ne approfittiamo per anticipare alcune dichiarazioni sulla Federazione rilasciate da Boris Gelfand e Hikaru Nakamura alla nostra Janis Nisii, tratte da due interviste che si potranno leggere sul numero di ottobre di Torre & Cavallo – Scacco!. Se l’israeliano critica senza mezzi termini l’attuale dirigenza, lo statunitense è scettico sul fatto che con Karpov la situazione possa migliorare.
Ecco un estratto dell’articolo di SkyTg24:
“Dietro la scacchiera, il mondo intero. O quantomeno interessi economici e politici che vanno ben oltre il mondo degli scacchi. E riguardano, fra l’altro, anche il rapporto con la Russia di Putin.
Le elezioni per la presidenza della Fide, la Federazione Mondiale degli scacchi al voto a fine settembre, nascondono un delicato equilibrio tra potenze mondiali. In lotta due scacchisti rispettivamente sostenuti dalla cerchia di Putin e dai suoi oppositori.
Da un lato c’è l’oligarca Kirsan Ilyumzhinov, 48 anni, da 17 leader della Calmucchia, repubblica caucasica buddista compresa nella federazione russa.
Dall’altro, lo scacchista di fama mondiale Anatolij Karpov, 59 anni, finora se non un nostalgico dell’Urss perlomeno un indifferente riguardo al passato.
Mentre altri colleghi scacchisti scappavano dalla Russia sovietica per riparare in occidente, come il dissidente Korchnoj che si stabilì in Francia, o contestavano il regime come il ribelle Kasparov, lui non si pronunciava e viveva concentrato solo sugli scacchi.
Quello che non ha potuto il regime sovietico in 40 anni, l’ha compiuto il governo Putin in un decennio: il tranquillo Karpov è sceso in campo per contrastare il primo ministro russo.
L’ha fatto nel campo che padroneggia: gli scacchi. Decidendo di sfidare Ilyumzhinov, presidente della Fide dal 1995 e protetto di Putin. […]
Ilyumzhinov, tra una puntata in Afghanistan (dove ha dichiarato di voler costruire un’altra Chess City) e una in Israele, si vanta di aver già incassato le preferenze di 93 paesi.
A partire dalla Russia, che però Karpov gli contesta. Se dovesse prevalere una linea pro-Putin, sarebbe Ilyumzhinov il favorito. Ma Karpov sembra essere la scelta di altre forze politiche.
E l’Italia dell'”amico Berlusconi”? Ha deciso di astenersi. Entrambi i candidati hanno denunciato irregolarità nei documenti presentati dal rivale e la commissione etica che dovrà pronunciarsi sul dossier riguardante Karpov è presieduta da un italiano, il dott. Rivello. Decidere chi appoggiare potrebbe, fanno sapere dalla Federazione scacchistica italiana, influenzare il voto della commissione e cambiare il corso delle elezioni prima che queste si svolgano”.
Gelfand a proposito dell’attuale dirigenza della Federazione: «La colpa di Kirsan Ilyumzhinov è quella di aver costituito la peggiore squadra di tutti i tempi, che imperversa ormai da quindici anni. Queste persone hanno dimostrato di non essere in grado di far nulla, sono degli incapaci. Quando provi a parlarci ti dicono: “Chi sei tu per dire a noi cosa dobbiamo fare? Siamo noi a decidere. Oggi vogliamo i match dei Candidati, domani vogliamo il torneo dei Candidati, il giorno dopo ancora vogliamo qualcos’altro. Noi decidiamo e tu non sei nessuno”. E non si riferiscono solo a me, ma a tutti i giocatori. Il loro atteggiamento è questo, pensano di poter fare qualsiasi cosa desiderino. Se parli con loro, te lo diranno apertamente. In questo modo gli scacchi apparterranno a loro e non a coloro che giocano o al pubblico di appassionati che desidera assistere a partite degne di nota. La burocrazia ha fatto cambiare rotta al mondo degli scacchi».
Nakamura a proposito di Ilyumzhinov e Karpov: «Penso che i due candidati mettano in gioco qualità diverse. Kirsan ha certamente organizzato eventi di alto livello e ha tentato di far andare bene il ciclo dei tornei Grand Prix della Fide. Malgrado ciò, l’intero ciclo mondiale sembra a pezzi ora e la mancanza di sponsor è quasi certamente un errore dell’attuale amministrazione della Fide. Questo di sicuro rappresenta un male per tutti i giocatori professionisti di alto livello e per gli scacchi come potenziale sport. A parte questo, Kirsan ha sicuramente tentato di promuovere gli scacchi e il suo amore per il gioco non può certo essere messo in dubbio. Karpov, d’altra parte, non ha alcuna esperienza nel gestire un’organizzazione, figuriamoci una grande come la Fide. Credo che ogni qual volta qualcuno diventi il leader di un’organizzazione senza avere molta esperienza, si tenda verso nuovi problemi. Sto guardando quello che succede negli Stati Uniti da quando Obama è stato eletto presidente e, malgrado lui stia facendo un lavoro ammirevole, ci sono tantissimi problemi che sta facendo fatica ad affrontare per colpa della burocrazia. Inoltre, sono anche in forte disaccordo con la campagna di Karpov che tende a vincere queste elezioni su basi legali piuttosto che prendendo più voti».
Hikaru non ha paura di sbilanciarsi in dichiarazioni impopolari (non solo a proposito della Fide); fra l’altro il giovane statunitense sostiene «che le donne non siano brave quanto gli uomini e se anche hanno lo stesso rating, non sono altrettanto forti», e a proposito dei rapporti fra i giocatori di vertice dice: «I top player sono piuttosto in buoni rapporti tra di loro. Io non sono così. Cioè, ho un atteggiamento molto diverso, io voglio solo batterli! Anche quando ero più giovane pensavo che se sei amico di persone con cui sei in competizione, può essere molto difficile a volte giocare contro di loro».
Non capisco cosa ci sia di impopolare nel sostenere che le donne non sono brave quanto gli uomini. E’ forse impopolare la graduatoria FIDE, che “dice” la stessa cosa? Quanto all’affermazione che, a parità di rating, non siano altrettanto forti, questa sì, apparentemente, un’enormità, a una seconda riflessione penso che trovi d’accordo persino una ex-campionessa mondiale come la Stefanova, ove la “forza” s’intenda in senso lato, perché costei ha dichiarato senza mezzi termini che quel che fa la differenza è la resistenza fisica, e se ha ragione lei su questo c’è poco da fare, non è una questione di capacità intellettive, ma un dato di costituzione! O dovremmo scandalizzarci perché Federica Pellegrini non riesce a battere Jan Thorpe?