di Dario Mione
(Editoriale TCS novembre 2011)
Quando e in che misura arriveranno è ancora da vedere, ma pare proprio che, nell’imminente futuro, nuove tasse graveranno sugli organizzatori dei tornei che si disputeranno sotto l’egida della Fide. E sui giocatori, che dovrebbero pagare una “licenza annuale” di 30 euro (o una “a vita” di 500) per giocare a livello agonistico. La discussione relativa all’aumento/introduzione delle tariffe era all’ordine del giorno già al recente congresso Fide di metà ottobre a Cracovia, ma ogni decisione è stata rimandata alla fine di gennaio del prossimo anno, più che altro per la ferma opposizione alla proposta di molte federazioni, soprattutto occidentali (Italia inclusa). Che la maggioranza o la totalità dell’America e dell’Europa siano stati contrari a una determinata idea, però, non ha quasi mai fermato Kirsan Ilyumzhinov dal metterla in pratica, tanto più che, com’è noto, il presidentissimo della Fide non gode e non ha mai goduto di grossa popolarità in Occidente.
Peccato solo che la maggior parte degli eventi e dei tornei si svolga appunto in America e, soprattutto, in Europa. Dove lo stesso numero uno dell’Ecu (European Chess Union), il bulgaro Silvio Danailov, ha levato lo scudo contro le annunciate tasse, rilevando fra l’altro come la diretta comunicazione tra organizzatori e Fide, che sarebbe richiesta dalle normative collegate alle tasse stesse, violi tutti gli statuti federali: perché gli interlocutori della Fide possono e devono essere solo le federazioni nazionali.
Ma il peggio, ha sottolineato l’ex manager di Topalov, è che l’introduzione di nuove quote da pagare «potrebbe provocare una significativa riduzione delle competizioni di scacchi o la loro trasformazione in tornei non ufficiali». E ancora «l’annuale pagamento di licenze potrebbe far crollare all’istante il numero di giocatori attivi disposti a partecipare alle competizioni». Proprio mentre si discuteva dei balzelli, Ilyumzhinov ha annunciato, allo stesso congresso di Cracovia, di puntare “a un miliardo di persone intelligenti su questo pianeta” (che sanno cioè giocare a scacchi): strumento sicuramente originale, le tasse, per chi punta a divulgare a macchia d’olio il nobil giuoco.
In attesa degli eventi, il 2011 è stato per l’Italia un anno record quanto a tornei disputati, tanto che su questo numero diamo conto di un cospicuo numero di festival settembrini (la coda di quelli estivi). Ed è stato un anno record anche per il numero di norme GM ottenute dai nostri portacolori: la terza in poco più di due mesi l’ha ottenuta, nell’americanissima Spice Cup, Roberto Mogranzini. Maggiori ragguagli sul numero di dicembre. Nel frattempo… complimenti!
Il sommario del numero di novembre in formato RTF