di Roberto Messa
(Editoriale TCS giugno 2012)
Anand e Gelfand sono semplicemente troppo bravi. Comunque vada a finire – tempi tecnici inderogabili ci impongono di andare in stampa a pochi giorni dalla conclusione del match di Mosca – possiamo già tracciare un bilancio di questa sfida per il titolo mondiale: troppe patte in meno di trenta mosse, troppa preparazione teorica sulle spalle di questi due espertissimi grandi maestri, troppa buona educazione nel loro modo di porsi verso i media, troppo computer e troppo poca arte. Anand e Gelfand sono del tutto incolpevoli se le loro virtù umane e scacchistiche vengono percepite dal pubblico, specializzato e non, come qualcosa di “noioso”. Ancor più incolpevole è il mecenate di questo campionato, un dinamico imprenditore russo con due grandi passioni: gli scacchi e l’arte.
Alla ricerca di una via d’uscita, negli ultimi vent’anni abbiamo già scritto tutto e il contrario di tutto. Il gioco delle associazioni mentali ci permette di ripercorrere questo “tutto” in un lampo: Fischer, Unione Sovietica, KKK (Korchnoi, Karpov, Kasparov), 1993 scissione, Fide, Ilyumzhinov, Deep Blue, 2006 riunificazione, scandalo in toilette, cheating, Fritz, regola di Sofia…
Tornare indietro non si può, ma possiamo sperare che nei prossimi anni si aggiungano due nomi chiave a questa catena: Caruana e Carlsen.
Intanto lavoriamo sul presente, riconosciamo il merito di tutti gli istruttori e promotori che si adoperano silenziosamente nelle scuole, nei club, nelle strutture centrali e periferiche della federazione. Il potenziale degli scacchi sta trovando nuovi canali grazie al recente riconoscimento dell’Europarlamento di Strasburgo, grazie alle ricerche universitarie che ne documentano il valore pedagogico (l’Italia in questo campo è all’avanguardia e non da ieri) e grazie al numero crescente di tornei ed eventi che vengono organizzati, un altro campo in cui il nostro Paese continua a dimostrarsi molto dinamico, a dispetto del momento economico, sia sul fronte dei festival internazionali che su quello dei vari campionati giovanili, studenteschi e a squadre.
Da queste realtà emergono nuove promesse, si allarga la base e la visibilità, si creano perfino nuovi posti di lavoro, merce preziosa nell’Italia del 2012…
Una notizia dell’ultimo minuto mi aiuta a chiudere in bellezza: all’open internazionale di Gallipoli Roberto Mogranzini ha conquistato la seconda norma di Grande Maestro, dopo quella conquistata in Texas pochi mesi fa. Naturalmente ne daremo conto sul prossimo numero.
Il sommario del numero di giugno in formato RTF