di Roberto Messa
(Editoriale TCS novembre 2009)
Non è una grande scoperta, ma anche negli scacchi abbiamo un ente, la European Chess Union, che gestisce se stesso senza produrre niente di concreto. Non è una federazione, che si deve occupare di mille cose a favore dei suoi tesserati, non deve gestire graduatorie, formare arbitri o allenare giovani. Il gruppo di persone che la dirige in pratica non deve fare altro che assegnare i numerosi campionati europei agli organizzatori che se li contendono. Alla fine questo diventa un costo che grava sui partecipanti e sugli organizzatori per diverse decine di migliaia di euro. Basti dire che l’iscrizione ai Campionati europei giovanili di Fermo, per un ragazzo o una ragazza che non avesse un diritto sportivo acquisito, era nientemeno che di 130 euro, tutti destinati all’ECU. Stessa cosa ai prossimi campionati europei individuali che si terranno in Croazia dal 5 al 19 marzo e a cui sono attesi più di 600 giocatori: ogni partecipante che non sia GM o IM dovrà pagare una tassa di iscrizione per l’ECU di 130 euro (oltre alla quota per l’organizzazione), un titolato se la caverà con 65 euro.
Sono andato a vedere i bilanci dell’ECU: nel 2009 leggo in preventivo un’entrata di 75mila euro dai Campionati europei giovanili (cioè dalle tasse di iscrizione dei ragazzi di Fermo!) su un budget totale di 190mila euro con i quali l’ECU paga l’onorario (36mila euro) più un generico rimborso spese (14mila euro) al presidente Boris Kutin; poi c’è il segretario, il contabile, le riunioni del direttivo e le “piccole” spese. Per fare un confronto, il presidente della FSI ha il triplo di lavoro e di responsabilità eppure non prende un soldo, ma siamo all’eccesso opposto. Non avrei granché da obiettare se l’ECU producesse qualcosa di valore, trovasse sponsor per grandi eventi o interlocutori politici a livello di Unione Europea per l’insegnamento degli scacchi nelle scuole. Nulla di nulla: il suo compito principale sembra essere quello di selezionare le località, che comunque devono ospitare i dirigenti dell’ECU in visita e pagare mille euro solo per candidarsi a organizzare uno dei tanti campionati europei: giovanili, giovanili a squadre, individuali maschili e femminili, seniores individuali e a squadre, rapid, coppa per club e quant’altro.
Ho spulciato i bilanci degli ultimi sei anni e non ho trovato neanche un euro incassato da sponsor o mecenati, nessuna iniziativa organizzata in proprio o qualche fondo erogato alle federazioni scacchistiche nazionali.
In Italia li chiamavamo enti inutili, ora si chiama euroburocrazia, ed esiste anche negli scacchi. Quello che mi fa rabbia è che viene sovvenzionata dai giocatori, grandi e piccini… 130 euro a botta.
Totalmente d’accordo, ma è una battaglia persa in partenza, come quella contro gli enti inutili… o come quella contro la compravendita di partite