di Dario Mione
(Editoriale TCS novembre 2012)
L’agrodolce secondo posto di Fabiano Caruana nella finale del Grande Slam è ormai passato agli archivi e il nostro instancabile alfiere è ora a Bucarest per cimentarsi in un’altra prova impegnativa, il Torneo dei Re. Ma, per una volta, non vogliamo parlare di Fab Fab, bensì di un ben più recente “acquisto” della nostra Federazione, protagonista al campionato italiano di Torino (al quale Caruana non ha potuto prendere parte proprio per la concomitanza con l’evento rumeno) che si conclude il 10 novembre.
Stiamo parlando, come si sarà intuito, del GM Alberto David, che dal 1º agosto ha fatto il “grande passo” e cambiato bandiera, decidendo di riporre nel cassetto quella del Lussemburgo. Parlare di “acquisto” è, in realtà, quanto mai inesatto. Anzi, chiariamo subito una cosa, onde prevenire qualche antipatica discussione come quelle che ancora si leggono e si sentono sulla ”italianità” di certi nostri sportivi: David è nato a Milano (non fidatevi se trovate scritto diversamente) da papà italiano e mamma lussemburghese, ha trascorso l’infanzia nel nostro Paese e il suo è un (coraggioso, visti i tempi) ritorno alle origini, che non fa altro che dare ulteriore lustro a un movimento in crescita ormai costante. È ancora presto per cominciare a parlare di quale apporto potrà dare il nuovo arrivato alla Nazionale azzurra, che dopo il 15º posto nelle recenti Olimpiadi vorrà senz’altro puntare, nella prossima edizione (Norvegia 2014), a uno storico piazzamento nella top ten. Resta il fatto che un po’ di sana competizione fra i nostri giovani, per ritagliarsi uno spazio in un ambiente dove la qualità è sempre più elevata, può solo giovare: si consideri solamente quali passi da gigante ha fatto l’Italia da quando un suo giocatore compete (e vince) con i primi della classe, quale stimolo ha fornito il suo esempio.
D’accordo, ci siamo ricascati e alla fine siamo tornati a riferirci a lui: ma, oggigiorno, è davvero impossibile non parlare di Fabiano Caruana, il cui sogno di diventare campione del mondo, che fino a un paio d’anni fa poteva apparire un’utopia, oggi non sembra poi così folle. In fondo se la Norvegia ha prodotto un giocatore come Magnus Carlsen, il più accreditato a succedere a Vishy Anand sul trono degli scacchi nel breve periodo, perché anche l’Italia e Fab Fab non dovrebbero poter dire la loro in un futuro non troppo lontano? Sognare, anche per i tifosi, a questo punto non è più così folle. E in attesa di brindare ai successi futuri diamo intanto il nostro bentornato ad Alberto David, che, siamo certi, potrà dire la sua nel futuro degli scacchi italiani.
Il sommario del numero di novembre in formato RTF