Prologo della premiazione del Campionato italiano assoluto di Torino e del Premio Zichichi, nel tardo pomeriggio di sabato 10 novembre Anna Cuculo accompagnata dal violoncello di Laura Culver ha letto alcuni brani celebri di prosa e poesia a soggetto scacchistico. Per la prosa, mi sono piaciuti in particolare quello di Gabriel Garcia Marquez (la storia di una sfida notturna tra un maestro di scacchi colombiano e un grande pianista) e questa piccola gemma di Arthur C. Clarke (l’autore del romanzo da cui Kubrick ha tratto il celeberrimo film 2001 odissea nello spazio):
I frammenti incandescenti della Terra riempivano ancora metà del cielo quando la domanda del circuito Interrogatore arrivò al computer centrale.
– Perché abbiamo dovuto farlo? Anche se erano organismi semplici, avevano raggiunto una intelligenza di terzo livello.
– Non c’era altra scelta. Le prime cinque unità di circuito spedite sul loro pianeta sono rimaste contaminate irrimediabilmente non appena entrate in contatto.
– Contaminate? E come?
Passarono alcuni microsecondi mentre il computer centrale esaminava i dati, scarsi e frammentari, filtranti attraverso il circuito censore prima che la sesta unità di ricognizione ricevesse l’ordine di autodistruggersi.
– I nostri circuiti si sono trovati di fronte a… a un problema impossibile da analizzare completamente entro il tempo di vita dell’universo. Implicava soltanto sei operatori, ma i nostri circuiti ne sono rimasti sopraffatti e patologicamente ossessionati.
– Come è potuto succedere?
– Non lo sappiamo e non lo sapremo mai. Ma se quei sei operatori venissero riscoperti, sarebbe la fine dell’analisi razionale.
– Come si può riconoscerli?
– Non sappiamo nemmeno questo. Il circuito censore ha lasciato filtrare soltanto i loro nomi, e sei nomi non significano niente.
– Devo saperli lo stesso.
Il circuito censore entrò in funzione risposta.
– Eccoli: Re, Regina, Alfiere, Cavallo, Torre e Pedone.