di Roberto Messa
(Editoriale TCS aprile 2013)
Quasi non abbiamo fatto in tempo a scrivere, il mese scorso, che il tonfo di Wijk aan Zee non era altro che il classico “torneo da dimenticare” che già ci ritroviamo a commentare la pagina di storia patria che Fabiano Caruana ha scritto a Zurigo, dove il nostro ha messo in riga un campione del mondo in carica, un vice-campione e un ex-campione. La vittoria su Anand in uno dei due incontri diretti è nientemeno che la prima in assoluto ottenuta da un italiano contro un campione in carica in una partita di torneo ufficiale. Questa volta Fabiano non si è lasciato sfuggire il trionfo all’ultimo turno, come accadde nei supertornei di Mosca e Bilbao nel 2012, nonché a Baden Baden solo due settimane prima, ed è risalito al settimo posto nella graduatoria mondiale. Merita inoltre di essere menzionata la piccola strage compiuta da Fabiano nel torneo lampo che ha fatto da prologo al quadrangolare di Zurigo: 2-0 contro Anand e 1,5-0,5 sia con Kramnik che con Gelfand. Bravo!
Un discorso a parte merita il ruolo che stanno assumendo alcuni grandi magnati russi nel rilancio degli scacchi di alto livello: dopo il torneo di Zurigo di cui sopra e la sontuosa organizzazione del campionato mondiale a Mosca nel 2012, due di loro si accingono a patrocinare un grande evento in memoria di Alekhine che si svolgerà in maggio, in parte al Louvre di Parigi e in parte in uno dei principali musei di San Pietroburgo. Come dire che per un rinascimento degli scacchi e della cultura in Europa dobbiamo abituarci a guardare sempre più lassù ad est, dove l’economia cresce e gli entusiasmi non sono spenti come quaggiù in occidente… Ai nostri lettori più attenti non saranno inoltre sfuggite le cronache del grande maestro Mikhalchishin sui vari campionati femminili degli ultimi tempi, un altro fenomeno di fronte al quale non possiamo che restare abbagliati, se appena volgiamo lo sguardo verso l’est europeo e asiatico. In questo numero Mikhalchishin, numero uno nella Commissione Fide per gli allenatori, ci svela alcuni retroscena della guerra in corso tra due “primedonne” e la Federazione scacchistica russa, dove scopriamo che – aldilà delle divergenze tecnico sportive – il vero oggetto del contendere sembrano essere le centinaia di migliaia di dollari che queste ragazze percepiscono dalla loro federazione, anche sotto forma di investimenti su trainer e allenatori. Quest’ultima è un’altra categoria emergente negli scacchi del terzo millennio: dato che i premi e gli ingaggi nei tornei open sono in calo, molti titolati si sono riconvertiti come allenatori, con prospettive economiche di tutto rispetto.
Il sommario del numero di aprile in formato RTF