Il limite è il cielo

di Dario Mione & Giulia Russo

(editoriale TCS marzo 2014)

TCS-0314Negli ultimi tempi il mondo degli scacchi ha visto un continuo superamento dei propri limiti. Confini segnati da personaggi che hanno fatto la storia delle 64 case sono stati oltrepassati, dando vita a nuovi punti di riferimento, a nuovi obiettivi da raggiungere e da superare a loro volta.
Nel dicembre 2012 Magnus Carlsen ha infranto il record storico dei 2851 punti Elo detenuto per ben 13 anni da Garry Kasparov, che a sua volta aveva polverizzato i 2785 di Bobby Fischer, primo giocatore ad andare oltre i 2700.
Il mese scorso Zurigo ha ospitato il torneo più forte di tutti i tempi, il primo con media Elo superiore ai 2800, per la precisione 2801.
Ma non si tratta solo di numeri, che di per sé sono comunque indice di un universo in espansione, che sta mutando, che sta cambiando i propri confini.
Il limite è il cielo: sembra questo il mantra degli scacchisti contemporanei. Il numero uno al mondo stacca di oltre 50 punti Elo il suo rivale più diretto, ma proprio nel corso del torneo più forte di tutti i tempi ha dimostrato di non essere poi così inarrivabile come ce lo ricordavamo nel match di Chennai.
Allora viene da chiedersi: in un mondo dove i limiti vengono superati così rapidamente, quanto può durare un re?
La veloce evoluzione che sta vivendo il mondo degli scacchi va però a cozzare con l’empasse finanziaria del mondo “reale”. Proprio mentre i nuovi campioni sembrano voler superare limiti sempre più ardui, gli organizzatori di tornei si trovano a fare i conti con una crisi che di limiti ne impone. Eccome. Il torneo di Wijk aan Zee ha ridotto il numero delle sezioni da tre a due e il numero dei “big” da 14 a 12. Per non parlare di punti fermi del calendario scacchistico che, negli ultimi anni, sono scomparsi dall’agenda, a partire da Linares – sospeso nel 2010 – al più recente open Aeroflot di Mosca che, dopo essere passato a una formula rapid nel 2013, quest’anno non si è disputato. Senza contare il nostrano torneo di Capodanno a Reggio Emilia, creato dal leggendario Enrico Paoli, tradizionale appuntamento per oltre mezzo secolo fino un paio d’anni fa. Eppure, anche il mondo “reale” sembra essere alla ricerca di nuove formule per stare al passo con i re delle 64 case. Lo dimostrano tornei come la Zurich Chess Challenge che, in controtendenza, ha aumentato da quattro a sei il numero dei partecipanti, o la Norway Chess che, dopo il successo del 2013, è pronta a ripetersi con l’edizione prevista dal 2 al 13 giugno. E, a proposito di supertornei, sembra che anche l’Italia si rimetta in moto con un evento d’élite che dovrebbe essere ospitato a Bergamo a metà luglio. Per scaramanzia non aggiungiamo altro. Ma, comunque sia, con queste premesse il cielo sembra più vicino.
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