di Roberto Messa
(editoriale TCS giugno 2014)
Negli scacchi l’oro è più nero che bianco. Perfino lassù, nella algida Tromsø, a determinare i fasti delle Olimpiadi scacchistiche saranno una serie di vicende più o meno palesemente legate ai petrodollari. A due mesi dall’inizio, governo e organizzatori norvegesi sono ai ferri corti per un buco di due milioni di euro che potrebbe causare la cancellazione delle Olimpiadi.
Abbiamo letto bene? In uno dei paesi più ricchi e civili si dichiara senza vergogna che, nonostante i quasi dieci milioni di euro di contributo ricevuti dal Ministero della Cultura, se il Governo non scuce altri soldi non si farà l’evento che dovrebbe portare oltre il Circolo polare artico le squadre di quasi tutti gli stati e gli staterelli del pianeta! Il presidente della Federazione scacchistica norvegese, anziché arrangiarsi con i fondi disponibili come si farebbe in Italia e in qualsiasi altro paese, ha dichiarato di essere «con la spalle al muro». È solo un bluff o la vicenda nasconde giochi politici ed intrecci economici che noi umani non possiamo neppure immaginare?
Sarà una coincidenza, ma leggo questa notizia tragicomica pochi giorni dopo aver riflettuto sulla mancanza di sobrietà – che eufemismo! – che dilaga nell’organizzazione dei grandi eventi scacchistici da quando tanti supertornei, world cup, olimpiadi e grand-prix Fide hanno cominciato a reggersi sulle cosiddette sponsorizzazioni delle grandi compagnie petrolifere russe.
In un articolo a pag. 37 di questa rivista ho cercato di argomentare le ragioni per cui, secondo me, il rubinetto di questi petrodollari potrebbe chiudersi da un giorno all’altro, per motivi di politica scacchistica ma non solo.
Ed è sicuramente una coincidenza il fatto che il campione del mondo più popolare dai tempi di Kasparov o di Fischer sia nato in un paese, la Norvegia, che fonda gran parte della sua economia sul petrolio, ma dove pare che non si trovino nemmeno quei “miseri” tre milioni di euro che servono per non far saltare il match mondiale Carlsen-Anand che dovrebbe svolgersi entro quest’anno. Un altro bluff?
E l’Italia? Abbiamo tanta buona volontà e sommessamente possiamo ricordare che una Olimpiade scacchistica l’abbiamo fatta anche noi nel 2006.
Ma oggi gli applausi sono per Obiettivo Risarcimento che, oltre a sponsorizzare il club campione d’Italia, sta facendo una campagna acquisti stellare per puntare seriamente al podio nella coppa dei campioni 2014. È solo un’altra coincidenza, ma ci piace sottolineare che il team di Padova ha soffiato almeno uno dei suoi giocatori di punta proprio a un club sponsorizzato da una compagnia petrolifera azerbaigiana!
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