di Roberto Messa
(editoriale TCS ottobre 2014)
Dopo il picco di popolarità e l’impresa di Saint Louis, molti in Italia si chiedono: perché Fab Fab non ha un agente che cura la sua immagine e promuove la sua visibilità in Italia e nel mondo? Perché si concede raramente ai giornalisti? Perché non cerca di diventare un “personaggio” come Magnus Carlsen? Forse perché non ha il fisico o il carisma che seduce le masse? Nossignori, il motivo vero è che Fabiano non vuole tutto questo: finché non raggiungerà il suo massimo potenziale scacchistico, non vuole rischiare di restare abbagliato dalle luci della ribalta.
Noi tifosi e “promotori” degli scacchi in Italia preferiremmo il contrario, ma pensiamoci bene: un torneo eccezionale, come è stato quello di Saint Louis, rischia di restare un episodio isolato (e presto dimenticato) se Fabiano non riuscirà a ripetersi a livelli analoghi. La concorrenza negli scacchi è sempre agguerrita e la vita è dura quando cominci a diventare l’uomo da battere. Inoltre lo aspetta una stagione terribile, con due lunghi tornei del Grand Prix Fide uno dopo l’altro tra il 2 ottobre e il 3 novembre, quindi il Chess Classic di Londra a dicembre, quello di Zurigo a febbraio 2015 (e magari pure Wijk aan Zee a gennaio), ma la prova del nove sarà il torneo dei candidati al titolo mondiale nel 2016, dove non basta avere l’Elo più alto per conquistare il diritto alla sfida suprema, bisogna solo arrivare primi. Chiedetelo ad Aronian, che otto mesi fa veniva accreditato come l’unico papabile anti-Carlsen, ma poi ha mancato l’appuntamento dei candidati e adesso è scivolato sotto i 2800 punti, superato in graduatoria e ormai distaccato di circa 50 punti dal nostro FabFab, che ha raggiunto quota 2844, il terzo punteggio più alto di tutti i tempi dopo Carlsen e Kasparov.
Comunque Fabiano non è più il ragazzino timido che conoscevamo; in Internet le sue interviste in video conquistano ammiratori in tutto il mondo per la modestia delle sue parole unita al garbo dei modi, rallegrati sempre più spesso da un sorriso radioso. Forse ha ragione mamma Santina quando ci spiega, protettiva e saggia al tempo stesso: “Restiamo con i piedi per terra. Lasciamo che la sua crescita si completi: verrà il tempo anche per le televisioni e le interviste, ma adesso, quando lo vedo arrivare a casa stanco e dimagrito, con un altro aereo che parte dopo pochi giorni, preferisco che mangi, che si riposi e che vada a farsi una sana nuotata in piscina”. Brava! Dopo sette vittorie consecutive e una serie di record storici polverizzati, stavamo tutti dimenticando che gli scacchi sono una disciplina dura e che per raggiungere e mantenere l’eccellenza bisogna accettare duri sacrifici.
Il sommario del numero di ottobre in formato RTF