di Dario Mione
(editoriale TCS ottobre 2016)
Sarà di certo rimasto deluso chi si aspettava che il destino della Fide, nella recente assemblea di Baku, potesse andare incontro a una svolta inaspettata. Voci autorevoli avevano avanzato l’ipotesi che il presidentissimo Kirsan Ilyumzhinov potesse trovarsi ad affrontare niente meno che un “impeachment”. Ilyumzhinov, come è noto, dallo scorso dicembre ha (teoricamente) delegato i suoi poteri al greco Georgios Makropoulos, dopo che il suo nome è finito nella “lista nera” del dipartimento del tesoro statunitense per i suoi legami con il governo e la banca della Siria. Tuttavia “Makro” non ha mai davvero esercitato i poteri di presidente, mentre il calmucco ha continuato a ripetere di essere lui il leader della Federazione. Senza contare che le sanzioni targate Usa sembrano aver duramente colpito l’attività finanziaria della Fide, da sempre legata a doppio filo a quella di Ilyumzhinov.
Morale? Secondo qualcuno il greco e altre alte cariche della Fide stavano preparando il benservito per Kirsan. Ma nulla di tutto ciò è avvenuto a Baku, dove l’assemblea ha anzi respinto la proposta del tutto isolata della Giamaica di inserire in agenda una discussione sulle dimissioni definitive del calmucco dal ruolo di presidente. C’è tuttavia da scommettere che all’interno della Fide gli animi si siano tutt’altro che riappacificati.
A Baku, in ogni caso, i delegati Fide non si sono limitati a sorrisi e strette di mano. Se il “caso Kirsan” è rimasto in sospeso, altrettanto non si può dire per quello che riguarda la Federazione bulgara: l’assemblea ha ratificato le decisioni della commissione etica, volte a sanzionare il comportamento di alcuni funzionari, colpevoli fra l’altro di irregolarità amministrative e finanziarie relative agli Europei giovanili di Budva 2013. Il nome più altisonante, fra i sanzionati, è senz’altro quello di Silvio Danailov, presidente ECU all’epoca dei fatti contestati, divenuto nel frattempo numero uno della Federazione bulgara, sospeso per 18 mesi da qualunque carica all’interno della Fide.
Bando alla politica, a Baku sono anche andate in scena quelle che qualcuno ha già definito “le migliori Olimpiadi di sempre”. Hanno vinto gli Usa di Fabiano Caruana, tornato a rappresentare il suolo natìo nel 2015 dopo la lunga parentesi azzurra. E l’Italia? Ebbene, senza Fab Fab i nostri hanno brillato più di quanto fosse lecito sperare, arrivando a giocarsi il bronzo in terza scacchiera con la Russia all’ultimo turno. Non ce l’hanno fatta, ma hanno combattuto da leoni. E Luca Moroni si appresta a diventare il prossimo GM tricolore (deve solo raggiungere i 2500). Complimenti a tutti e in bocca al lupo per il futuro. Per ora… “bravi bravissimi”.
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