di Roberto Messa
(editoriale TCS aprile 2018)
Venticinque anni, un soldo di cacio, gentile ed educato con quel sorriso speciale che hanno i giovani uomini timidi, alla scacchiera sfodera una resistenza e una forza di volontà che forse Magnus Carlsen gli invidia.
Pochi giorni fa a Berlino Fabiano Caruana ha coronato il sogno di una vita, portando a compimento il folle progetto intrapreso dalla sua famiglia quando di anni ne aveva dodici. Un progetto che prese corpo con il trasferimento dall’America all’Europa, alla ricerca di trainer e tornei migliori di quelli offerti in quegli anni dal panorama scacchistico statunitense. Dal 2005 al 2015 fu ampiamente sostenuto dal Coni e dalla Federazione Scacchistica Italiana, alla quale Caruana si tesserò avendo fin dalla nascita la doppia cittadinanza, statunitense e italiana. In quegli anni FabFab prese parte a cinque campionati italiani vincendone quattro (la prima volta, nel 2006, concluse primo a pari punti con Godena, dal quale venne superato agli spareggi lampo), ma anche a svariati festival e perfino ad alcuni tornei semilampo, oltre alle numerose convocazioni in nazionale, alle ultime tre edizioni del torneo di Capodanno a Reggio Emilia, ai campionati italiani a squadre con i plurititolati di Obiettivo Risarcimento. Molti disapprovavano, tanti sognavano con lui, fino allo storico trionfo di Saint Louis nel 2014, quella volta che iniziò con sette vittorie e lasciò Carlsen secondo con tre punti tondi di distacco.
Seguì, nel 2015, il ritorno alla patria natia, favorito da un ricchissimo mecenate, Rex Sinquefield, che ha riportato sugli scudi gli scacchi statunitensi.
Oggi, in Italia, la qualificazione di Caruana al match per il titolo mondiale torna a scatenare una valanga di commenti nei social. Dunque la notizia non lascia nessuno indifferente: riapre conflitti, frustrazioni e speranze.
Il timido Fabiano sorride, risponde pacatamente agli intervistatori, avvolto nella bandiera a stelle e strisce si augura che i suoi successi contribuiscano a rendere gli scacchi più popolari anche in Italia. Non fa il superman e ammette candidamente di detestare il duro esercizio di soluzione delle difficili posizioni di allenamento di Mark Dvoretsky, ma promette di prepararsi senza risparmio per il match che si svolgerà dal 9 al 28 novembre a Londra.
In base ai punteggi e ai trionfi collezionati in carriera, Magnus Carlsen sulla carta partirà favorito, ma il ventisettenne norvegese, già tre volte campione del mondo, psicologicamente ha un certo timore per Fabulous Fabiano e nella sfida testa a testa si potrebbe aprire una breccia per la sorpresa.
In ogni caso sarà un bel match e già si hanno le prime avvisaglie di un’ampia eco in un tutto l’Occidente. Andiamo a prenotare l’aereo per Londra?
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