di Dario Mione
(editoriale TCS maggio 2018)
In principio fu Il Turco. Nel 1769 Wolfgang von Kempelen creò quello che, in teoria, sarebbe dovuto essere un automa in grado di giocare a scacchi. In realtà si trattava di un inganno: al suo interno Il Turco era manovrato da un uomo. Quasi due secoli sarebbero dovuti trascorrere prima che, nel 1951, il grande matematico Alan Turing sviluppasse – realmente – il primo algoritmo al mondo in grado di “giocare” un’intera partita di scacchi. Nel 1967 nacque invece Mac Hack VI, ideato dal Massachusetts Institute of Technology: fu il primo programma a sconfiggere un avversario umano. Trent’anni dopo, nel 1997, l’evoluzione sempre più frenetica dei processori e dei software di scacchi avrebbe determinato un evento storico, segnando la fine della supremazia dell’uomo sul computer negli scacchi: per la prima volta un programma, Deep Blue, fu infatti in grado di sconfiggere in un match (al meglio delle sei partite) un campione del mondo, Garry Kasparov.
Ad altri 20 anni di distanza, nel 2017, l’intelligenza artificiale sembra avere fatto il primo passo “evolutivo” in direzione dell’uomo: è arrivato AlphaZero, un algoritmo basato su tecniche di auto-apprendimento, sviluppato da Google DeepMind. E nelle scorse settimane è approdata sulla scena internazionale Leela Chess Zero, un adattamento open source di Alpha Zero, che dal 19 aprile ha iniziato a misurarsi con altri software nella 12ª stagione del TCEC, il campionato del mondo dei super-motori di scacchi. È evidente che Leela, al contrario del “fratello maggiore” (che aveva surclassato Stockfish in un match su 100 partite), abbia ancora bisogno di rodaggio e di un adeguato percorso di auto-apprendimento, considerata la sua performance tutt’altro che brillante (ultimo posto senza appello); fatto sta che la strada tracciata da AlphaZero sembra destinata a diventare la più seguita in un vicino futuro nel mondo dell’intelligenza artificiale. Non solo scacchistica.
A proposito, chi volesse avere un’idea di cosa potrebbe attenderci in futuro può digitare nel motore di ricerca di Youtube le parole ‘kasparov’ e ‘sofia’: avrete così modo di ascoltare la conversazione fra l’orco di Baku e il primo cittadino robot del mondo.
Tornando ad affari più umani, dopo il torneo dei candidati Fabiano Caruana ha inviato un primo messaggio al campione del mondo Magnus Carlsen, al quale tenterà di sottrarre il titolo a novembre: Fab Fab si è infatti aggiudicato la Grenke Classic, distaccando di un punto lo stesso norvegese.
In Italia, invece, si è assistito alla “riscossa” di Danyyil Dvirnyy: il GM montebellunese ha vinto a Chianciano i campionati nazionali rapid e semilampo, Luca Moroni quelli blitz. Complimenti e viva gli umani!
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