di Dario Mione
(editoriale TCS aprile 2019)
Che gli scacchi vengano per lo più snobbati dai media generalisti è un dato di fatto. Persino quando Fabiano Caruana arrivò a essere, sotto bandiera italiana, il numero due al mondo, dominando la Sinquefield cup 2014, la visibilità che si guadagnò sulla stampa e sulla tv nazionale non furono strabilianti. Ma questo atteggiamento tiepido non stupisce più: è lo stesso riservato a tutti gli sport che non facciano audience, del resto. Non stupisce dunque nemmeno il fatto che a far puntare i riflettori sul nobil gioco siano, spesso, vicende umane i cui protagonisti, lungi dall’essere dei superGM, tramite gli scacchi trovano una propria strada di riscatto e affermazione nella vita. Basti ricordare l’ormai nota storia dell’ugandese Phiona Mutesi, “la regina di Katwe”, cui ha dedicato un film niente meno che la Disney.
Più di recente, a metà marzo, ha fatto il giro del mondo la storia del piccolo Tanitoluwa Adewumi, 8 anni, approdato negli Usa nel 2017 per sfuggire alle persecuzioni cui i cristiani (come lui e i suoi familiari) erano vittime da parte del gruppo terroristico Boko Haram in Nigeria. La notizia che lo ha portato alla ribalta, rimbalzata anche su alcuni siti d’informazione italiani, è stata quella del trionfo nel torneo della sua fascia d’età al campionato dello Stato di New York. Non certo un supertorneo, ma non è questo il punto.
Il punto è che, almeno per far sognare un futuro migliore a un bimbo di 8 anni, profugo e per di più senza fissa dimora, non è necessario un pallone, ma basta una scacchiera. Ed è il genere di storia che, soprattutto in un periodo storico nel quale (tanto più negli Usa) il nazionalismo sembra aver rialzato la testa, fa bene al cuore. In barba alle discriminazioni e al razzismo, a cui oggigiorno sembrano legati fin troppi episodi di cronaca.
A tal proposito, due giocatori – stavolta – di primissimo piano, Magnus Carlsen e Anish Giri, sempre a marzo hanno voluto dare il loro contributo alla campagna delle Nazioni Unite contro il razzismo, postando su YouTube un breve video con le prime mosse di una partita amichevole nella quale è toccato al Nero muovere per primo. Nel trailer i due dichiarano: «Abbiamo infranto una regola degli scacchi oggi» (Carlsen) «perché si cambi idea domani» (Giri). La partita, per la cronaca, segue le orme di una Trompowski a colori invertiti, ma dopo tre mosse l’immagine sfuma e il video si interrompe. Carlsen e Giri, comunque, avranno modo di affrontarsi sul serio in ben più di un’occasione durante il 2019, decisamente fitto di impegni agonistici per i top player. E questo significa che, per i fan degli scacchi, si prospetta davvero un anno bellissimo.
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