di Roberto Messa
(editoriale TCS settembre 2020)
Agosto è stato il mese della ripartenza per i tornei “veri” e nonostante le polemiche sulla severità del protocollo imposto dalla Federazione Scacchistica Italiana possiamo dire che il sistema ha retto. Prima di tutto perché, fino a prova contraria, non si è registrato nemmeno un caso di contagio correlato ai festival scacchistici internazionali di Lignano Sabbiadoro, Spilimbergo, Roma e Porto San Giorgio. Notevole la partecipazione, che sarebbe stata numericamente più elevata se gli organizzatori non avessero dovuto chiudere le iscrizioni al raggiungimento del tetto massimo consentito per rispettare il distanziamento tra i tavoli e tutte le altre regole di sicurezza. Ancora di più ci ha impressionato la passione dei giocatori, che hanno portato stoicamente a termine le gare smentendo tutti quelli, a cominciare dal sottoscritto, che avevano pronosticato defezioni di massa negli ultimi turni.
A proposito di passione, va sottolineata anche quella degli organizzatori, che hanno affrontato ingenti spese impreviste e si sono fatti carico di responsabilità potenzialmente pesantissime, senza avere il minimo supporto dalla Federazione che – bisogna dirlo – è stata del tutto latitante anche in queste settimane che non è esagerato definire cruciali per la sopravvivenza stessa dello scacchismo italiano. A meno che non si voglia credere che il futuro del nostro gioco possa tranquillamente trasferirsi nel web, dove spadroneggiano piattaforme di gioco commerciali che in prospettiva hanno tutto l’interesse a marginalizzare le federazioni stesse, a promuovere quei tornei che tendono ad esaltare il ruolo dei superGM e a trasformare gli altri giocatori in spettatori – se non per qualche partitella lampo o bullet di puro svago – perché appena si scende al di sotto dell’empireo il cheating e i problemi tecnici nei tornei on-line sono una realtà deprimente. Lo si è visto anche alle Olimpiadi on-line che si sono concluse il 30 agosto e di cui parleremo nel prossimo numero: l’evento, indetto dalla Fide, si è concluso con la decisione salomonica di assegnare la medaglia d’oro alla Russia e all’India perché la finale è andata a monte a causa di un black-out globale di Internet. Cinque settimane di gioco con 163 squadre e più di millecinquecento partecipanti, meritavano un match conclusivo deciso alla scacchiera e, naturalmente, un vincitore.
Per ultimo, ma primo nei nostri cuori e nei nostri pensieri, un affettuoso addio a Ennio Morricone, grande appassionato e ambasciatore degli scacchi, oltre che fedele lettore e amico della nostra rivista.
Il sommario del numero di settembre in formato RTF