di Roberto Messa
(editoriale TCS novembre 2020)
Con il tornare ad acuirsi della pandemia di covid-19 anche gli scacchisti sono ritornati nella più grande incertezza riguardo all’opportunità – ammesso che sia concessa una possibilità di scelta – di procedere con la ripresa dei tornei in presenza, che pur tra luglio e settembre hanno dato segnali incoraggianti e – possiamo dirlo a nostro onore nei confronti di altri sport – senza causare alcun contagio tra i giocatori e gli addetti ai lavori. A quanto ci è dato sapere, già tre festival scacchistici in programma per il mese di novembre sono stati cancellati dagli organizzatori, mentre altre importanti manifestazioni in programma tra dicembre e gennaio restano in calendario (si veda a pagina 59) ma bisognerà vedere se non interverranno nuove restrizioni dalla Federazione, dal Coni o dal Governo stesso.
“Tra color che sono sospesi” si trovano anche i candidati alle cariche della Fsi per il prossimo quadriennio olimpico. L’assemblea elettiva è convocata a Milano per domenica 20 dicembre e all’inizio di ottobre il Coni aveva avvisato le federazioni che non sarebbero stati ammessi rinvii… ma all’inizio di ottobre lo scenario era molto diverso.
A livello internazionale le cose non vanno meglio: alla fine di settembre la Fide aveva proclamato per il primo novembre la ripresa del torneo dei candidati – bruscamente interrotto alla fine di marzo a causa della pandemia – ma a metà ottobre è arrivato il contrordine: il girone di ritorno della gara da cui uscirà il nome dello sfidante di Carlsen è nuovamente rinviato a data e luogo da destinarsi, si spera in primavera, ma è chiaro che anche gli otto contendenti si ritrovano nel limbo dantesco… “tra color che son sospesi”.
A proposito di Magnus, l’asso norvegese ha giocato e vinto il primo torneo in presenza a cui ha preso parte dall’inizio della pandemia, sgominando agli spareggi l’iraniano Firouzja e l’armeno Aronian. L’anno 2020 continua ad essere molto positivo per Carlsen anche sotto il punto di vista economico, grazie soprattutto ai tornei online, si calcola che il norvegese abbia già guadagnato circa mezzo milione di dollari. Considerando inoltre la sua dichiarata antipatia per i match con il titolo in palio, forse non gli dispiacerà di veder rinviata al 2021 (se tutto va bene) la sfida che in un mondo normale avrebbe dovuto svolgersi proprio in questi giorni.
Ma in un mondo normale non siamo, cari lettori, e alcuni di voi se ne saranno resi conto molto duramente. In fondo essere “tra color che son sospesi” di questi tempi può essere una condizione relativamente fortunata. In ogni caso stiamo uniti e vogliamoci bene, lo dico con sincera ingenuità.
Il sommario del numero di novembre in formato RTF