di Dario Mione
(editoriale TCS dicembre 2020)
Comunque la pensiate, che vi sia piaciuta o vi abbia annoiato, un fatto è certo: “La regina degli scacchi” ha attirato sul nobil gioco un interesse, mediatico e non solo, che non si registrava da quasi cinquant’anni. Evocare il “match del XX secolo” potrà far storcere il naso a molti, ma, come ha evidenziato il direttore generale della Fide, Emil Sutovsky, nelle ultime settimane set e libri sono stati venduti «come mai prima d’ora, almeno non dai tempi (appunto) della sfida Fischer-Spassky del 1972». Senza contare che Google Trends ha mostrato un incremento esponenziale nella ricerca di “lezioni di scacchi”.
Ed è successo anche in Italia, dove vengono da sempre percepiti e (bis)trattati come un gioco di nicchia, che gli scacchi siano arrivati a monopolizzare le vendite nella sezione ‘giochi e quiz’ di Amazon, piazzando nella top 100 oltre trenta titoli a tema (dal “Corso completo di scacchi” edito da Le Due Torri, che ha toccato anche la vetta e sfiorato la top 100 assoluta dei libri, all’intramontabile “60 partite da ricordare” di Bobby Fischer). Scopriremo presto se si tratta di un fuoco di paglia, come molti altri interessi che, dopo un attimo di popolarità, (ri)cadono nel dimenticatoio; o se, battendo il ferro ora che è caldo, si riuscirà a vivere di rendita per almeno qualche anno, quanto meno in relazione all’aumento del numero di appassionati.
I dati ufficiali resi noti da Netflix, che è a pagamento e non si trova quindi in tutte le case, sono in ogni caso strabilianti: nei primi 28 giorni di programmazione, a partire dal 23 ottobre, 62 milioni di famiglie in tutto il mondo hanno guardato “La regina degli scacchi”, permettendole di diventare la miniserie più vista nella storia della piattaforma di streaming. Inoltre: la serie è entrata nella Top 10 in 92 nazioni ed è stata al primo posto in 63.
Un po’ di meritata gloria postuma se l’è guadagnata anche Walter Tevis: il suo romanzo “The Queen’s gambit” – questo il titolo originale della serie e del libro da cui è tratta – è entrato nella graduatoria dei bestseller del New York Times, trentasette anni dopo la sua pubblicazione (e trentasei dalla morte dell’autore).
Inutile per ora qualunque speculazione su una eventuale ‘stagione 2’, che non è in programma, anche se la protagonista Anya Taylor-Joy (bravissima) ha dichiarato che tornerebbe volentieri a interpretare la campionessa Beth Harmon. Godiamoci il momento di popolarità degli scacchi, sperando, in futuro, di non dover continuare ad accorgerci del loro forte potenziale solo per caso. Magari grazie a un’altra serie tv.
Il sommario del numero di dicembre in formato RTF