di Dario Mione
(editoriale TCS settembre 2021)
Se fino al XX secolo il ricambio generazionale non era particolarmente rapido, nel XXI la tendenza è mutata e l’apparizione di nuove stelle nel firmamento internazionale avviene quasi senza preavviso e soluzione di continuità, almeno per il grande pubblico. L’ultimo astro ad aver richiamato l’attenzione si chiama Abhimanyu Mishra, è nato e cresciuto negli Stati Uniti da genitori indiani e ha compiuto un’impresa che fino ad oggi altri avevano solo sfiorato: il 30 giugno scorso, all’età di 12 anni, 4 mesi e 25 giorni, è divenuto il più giovane grande maestro di sempre, infrangendo il record di 12 anni e 7 mesi stabilito nel 2003 da Sergey Karjakin.
È chiaro che l’avvento di Internet, l’approdo sul mercato di mezzi informatici sempre più potenti e la fruibilità di materiale di ottima qualità per tutti, senza contare la possibilità di ricevere lezioni online direttamente dai top player, abbia condotto da tempo a un drastico abbassamento dell’età media dei giocatori di alto livello. Un fatto del tutto evidente se si considera che il record di Bobby Fischer, che nel 1958 conquistò il massimo titolo a 15 anni e 6 mesi, resistette a lungo prima di essere migliorato (di poco) nel 1991 da Judith Polgar, la donna più forte della storia, che lo ottenne a 15 anni, 4 mesi e 28 giorni.
La generazione Z, quella nata fra la metà degli anni Novanta e il 2010 e cresciuta a pane e Internet, non si accontenta però di aver mandato in pensione i “baby boomers” come Kasparov, irriconoscibile nella tappa di Zagabria del Grand Chess Tour (ultimo con 2,5 su 18 nel blitz): sembra voler rubare la scena alla Y, quella dei “millenials” Carlsen e Karjakin. E, nuovi record a parte, lo ha già fatto nell’edizione 2021 della Coppa del mondo, dove il polacco Jan-Krysztof Duda, 23 anni, ha battuto il campione del mondo e il russo nelle sfide decisive, ottenendo un successo storico non solo per il suo Paese.
Anche in Italia, per fortuna, il ricambio sembra non mancare, dopo il “buco” degli anni Settanta (la generazione X) e una ripresa soprattutto a partire dalla fine degli Ottanta. I nomi, almeno per gli appassionati di casa nostra, sono già noti e sono quelli di Francesco Sonis e Lorenzo Lodici, classe 2002 e 2000 rispettivamente. L’oristanese ha ottenuto la terza e definitiva norma GM all’open di Spilimbergo a metà agosto (servizio sul prossimo numero), il chioggiotto ha guadagnato la seconda a Villorba a fine giugno e sfiorato la terza a Spilimbergo: per lui l’appuntamento è di certo solo rimandato. Lunga vita alla generazione Z, dunque. Almeno fino a che la Alpha (i nati dal 2010 in poi) non busserà alla porta.
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