di Roberto Messa
(editoriale TCS febbraio 2022)
Il campione del mondo Magnus Carlsen ha collezionato l’ennesimo trionfo della sua carriera imponendosi per l’ottava volta a Wijk aan Zee, nel torneo Tata Steel che si è concluso il 30 gennaio, poche ore prima di dare alle stampe questa rivista. Carlsen ha concluso le sue fatiche alla scacchiera con un turno di anticipo, imbattuto con 5 vittorie e 7 patte, cui si è aggiunta la vittoria a forfait dell’ultimo turno contro il giovane russo Daniil Dubov, che ha dovuto lasciare il torneo a tre partite dalla fine perché positivo al covid. Già al settimo turno Dubov aveva perso a forfait perché si era rifiutato “per una questione di principio” di indossare la mascherina durante la partita, come gli era stato chiesto dagli organizzatori dopo che la sua ragazza era risultata positiva. Ma anche il secondo di un altro giocatore e alcuni componenti dello staff sono stati allontanati perché contagiati e a un certo punto si temeva addirittura che il torneo non potesse arrivare a conclusione.
Dubov è solo uno dei grandi maestri che ultimamente ha avuto a che fare con il virus; tra questi lo statunitense Hikaru Nakamura ai campionati mondiali blitz di Varsavia, l’armeno Zaven Andriasian al campionato del suo Paese e l’inglese Nigel Short, il quale a metà dicembre è stato ricoverato in ospedale per una decina di giorni. Completamente guarito, Short ha deciso di mettersi subito alla prova partecipando alla Vergani Cup di Cattolica all’inizio di gennaio, dove tuttavia non ha brillato.
Almeno per quel che riguarda il nostro gioco vorremmo tanto smettere di parlare di test covid e di mascherine, ma non possiamo dimenticare che in questi due anni anche gli scacchi hanno pagato un pesante tributo, in Italia e all’estero; tra i nomi più noti tra coloro che non sono sopravvissuti alla malattia i grandi maestri russi Evgeny Sveshikov e Yury Dokhoian.
Tornando all’84ª edizione del “Wimbledon degli scacchi” – al quale dedicheremo un ampio servizio sul prossimo numero – la classifica finale vede dunque Carlsen con 9,5 punti su 13; Mamedyarov e Rapport 8; Giri 7,5; Karjakin e Jorden Van Foreest 7; Esipenko e Caruana 6,5; Duda e Vidit 6; Shankland e Praggnanandhaa 5,5; Grandelius 4,5 e Dubov 3,5.
Da segnalare nel torneo secondario l’impressionante vittoria di Arjun Erigaisi con 5 patte e 8 vittorie; con 10,5 su 13 il diciottenne indiano ha distaccato di due punti tondi i secondi classificati Nguyen e Bjerre.
Un altro nome di cui risentiremo parlare è quello dell’uzbeco Nodirbek Abdusattorov, che a soli diciassette anni ha conquistato il titolo mondiale nel gioco rapid superando tra gli altri Carlsen, Nepomniachtchi e Caruana.
Il sommario del numero di febbraio in formato RTF