di Roberto Messa
(editoriale TCS settembre 2022)
L’estate del 2022 non sarà memorabile come quella di cinquant’anni fa, di cui gli appassionati e anche la stampa generalista hanno ripreso a parlare negli ultimi mesi, ricordando il match Fischer-Spassky che il primo settembre del 1972 laureò il campione americano in quella che fu la sua ultima partita ufficiale, dato che il match di rivincita del 1992 non si può considerare tale. Ci sono tuttavia delle analogie: la prima è la rinuncia del campione del mondo Magnus Carlsen a difendere il titolo nel match in programma per l’anno venturo. Il trentunenne norvegese ha sostenuto e vinto cinque sfide mondiali tra il 2013 e il 2021 e dopo una carriera agonistica che lo ha impegnato con la massima intensità fin da quando era bambino, non è più motivato ad affrontare un semestre di dura preparazione e lo stress di un altro match in cui ha tutto da perdere e poco da guadagnare, anche dal punto di vista economico considerando il suo gruzzoletto, che crescerà comunque grazie ai premi dei tornei e soprattutto alle numerose attività della società Play Magnus Group, quotata alla borsa di Oslo.
Naturalmente avremmo preferito una scelta diversa, ma bisogna ricordare che Carlsen aveva cominciato a dichiarare la sua idiosincrasia per i match già nel 2018 e, a differenza di Fischer, continuerà a giocare e non contesterà il titolo di campione del mondo quando un altro avrà preso il suo posto. Infatti, salvo sorprese, il match si svolgerà comunque e vedrà di fronte il russo Ian Nepomniachtchi e il cinese Ding Liren, primi due classificati nel torneo dei candidati che si è concluso a Madrid ai primi di luglio.
Torrida è stata anche l’edizione 2022 delle Olimpiadi scacchistiche, dominata da una nuova generazione di giovanissimi grandi maestri tra i quali entro pochi anni emergeranno i nuovi pretendenti per la corona.
E se è vero che l’estate del 1972 vide gli scacchi al centro della guerra fredda, quest’anno il nostro gioco si ritrova in balia di una guerra calda, per non dire rovente, dove nel piccolo cabotaggio della politica Fide la Russia ha prevalso, con la rielezione di Arkady Dvorkovich alla presidenza.
Dobbiamo concludere segnalando che per la carta il surriscaldamento globale dei costi delle materie prime è iniziato già nel 2021 e in questi ultimi tempi l’aumento ha superato il settanta per cento rispetto a un anno fa.
Abbiamo tenuto i prezzi bloccati il più a lungo possibile, ma a questo punto siamo costretti a ritoccare il prezzo della rivista, seppure per una quota inferiore a quanto la situazione richiederebbe. Confidiamo ancora una volta nella comprensione e nel sostegno dei nostri affezionati lettori.
Il sommario del numero di settembre in formato RTF