di Dario Mione
(editoriale TCS dicembre 2022)
Ai tempi della Guerra fredda l’informazione era filtrata, da ciascuna delle due parti coinvolte (Usa/Occidente e Urss/Est europeo), in modo da fornire al grande pubblico una narrazione degli eventi che fosse in linea con la propria ideologia. Come risultato, le notizie erano spesso distorte, quando non inventate più o meno di sana pianta.
Nell’era di Internet e dei social, dove le informazioni circolano sempre più incontrollate, il problema si è addirittura ingigantito. E la situazione di estrema tensione internazionale non aiuta di certo ad avere notizie del tutto attendibili dalla Russia. Così, riguardo alle cause e agli esiti dell’incidente occorso il 29 ottobre ad Anatoly Karpov, dodicesimo campione del mondo di scacchi e membro della Duma russa, sono filtrate le versioni più disparate, rimbalzate sui media dell’intero globo. Uno dei primi a riportare il fatto è stato il sito Sports.ru, dove è stato scritto che a Karpov erano state diagnosticate una lesione cranio-cerebrale chiusa, una frattura del femore sinistro e una grave intossicazione da alcol. Persone a lui più o meno vicine hanno raccontato altri particolari spesso in contrasto fra loro e la moglie Natalya Bulanova, almeno in un primo momento, ha riferito addirittura che era “a casa” e per lui andava “tutto bene”. In estrema sintesi, sembra che Karpov sia in effetti rimasto gravemente ferito in seguito a una caduta e abbia trascorso diverso tempo in ospedale, ma che ora si sia quasi del tutto ristabilito.
Se certe informazioni sono difficili da verificare, nel nostro sport vi è per lo meno una certezza: il risultato alla scacchiera. Che il 13 novembre a Prato ha emesso un verdetto incoraggiante per il futuro del movimento italiano: il bergamasco Leonardo Vincenti, all’età di 10 anni, un mese e 19 giorni, è diventato il più giovane azzurro della storia a superare quota 2000 in lista Fide, balzando nella top 10 mondiale under 10 – non lontano dai vertici –, ovvero i nati dal 2012 in avanti. Un’impresa tanto più considerevole se si tiene conto che Leo si è appassionato al gioco fra il 2020 e il 2021, durante la pandemia e i vari lockdown, e ha giocato il suo primo torneo nell’aprile 2021. Da allora ha preso parte a poco meno di quaranta eventi, realizzando quasi sempre performance superiori alle attese e arrivando dove è oggi. Inutile dire che, certamente, sentiremo ancora parlare di lui. Nel frattempo, in bocca al lupo. E, a lui e a tutti i lettori di Torre & Cavallo, auguri di buone feste e arrivederci al prossimo anno, quando la rivista diventerà bimestrale (uscirà sempre nella prima quindicina dei mesi dispari).
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