di Dario Mione
(editoriale TCS marzo-aprile 2024)
Bodhana Sivanandan, Roman Shogdzhiev, Leonid Ivanovic e Ashwath Kaushik. Se questi nomi non sono ancora familiari al grande pubblico state tranquilli: con buone probabilità lo diventeranno presto. Si tratta della prima linea di una nuova generazione di baby campioni che, specchio dei tempi, in età sempre più tenera ottengono risultati impensabili per giocatori con un’esperienza ancora molto ridotta, non per mancanza di pratica ma per una semplice questione anagrafica: tutti e quattro i sopra citati hanno, infatti, solo 8 anni.
Sivanandan, una bimba inglese di origine indiana, è balzata agli onori della cronaca lo scorso dicembre dopo aver totalizzato 8,5 punti su 13 al campionato europeo blitz, dove ha ottenuto il premio quale miglior classificata femminile con una performance di 2316, vincendo o pattando anche con diversi giocatori titolati.
Poco tempo dopo, ai Mondiali rapid e blitz, il russo Shogdzhiev si è guadagnato le lodi persino da parte di Magnus Carlsen dopo aver battuto in tutto cinque GM. Uno di loro, Johan-Sebastian Christiansen, dopo la sconfitta ha dichiarato alla TV norvegese: «Non lo avevo mai sentito nominare prima, forse avrei dovuto. È piuttosto assurdo essere così bravi a otto anni. Io alla sua età avevo a malapena imparato le regole».
Quanto al serbo Ivanovic, l’11 gennaio era diventato il più giovane giocatore di sempre, con i suoi 8 anni, 11 mesi e 7 giorni, a battere un grande maestro (il bulgaro Milko Popchev) in una partita di torneo a cadenza classica, ma il suo record è durato poco: il 18 febbraio il singaporiano Kaushik lo ha infatti abbassato a 8 anni, 6 mesi e 11 giorni, superando il polacco Jacek Stopa. Il primato precedente, nell’ormai lontano 2012, era stato stabilito dallo statunitense Awonder Liang, ora egli stesso GM, che aveva sconfitto il connazionale Larry Kaufman a 9 anni, 3 mesi e 20 giorni. Nella lista dei giocatori che hanno battuto un grande maestro a 10 anni o meno figurano, fra gli altri, grossi calibri del momento quali Praggnanandhaa, Abdusattorov e Keymer: loro stessi, come tutti gli altri superGM, dovranno stare in guardia dalla ormai apparentemente inesauribile ondata di nuovi prodigi.
Non è però solo il tendenziale innalzamento del livello di gioco a un’età sempre più ridotta a costituire uno specchio dei tempi. La 36enne francese Yosha Iglesias è diventata la prima giocatrice transgender a vedersi riconosciuto il titolo di maestro internazionale femminile da parte della Fide (ancora in attesa di ratifica, per lo meno fino a febbraio). Alla recente Mitropa Cup ha fra l’altro pattato con la nostra Marina Brunello, medaglia d’oro individuale in prima scacchiera. Complimenti e in bocca al lupo per il futuro.
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