Sommario
3 Sofia - Topalov vince sul filo di
lana
di Ian Rogers
11 Sofia - Un italiano contro Topalov
di Alex Brunetti
12 Mitropa Cup - Italia seconda dietro alla Francia
di Dario Mione
15 Lugano - Godena nel gruppo di vetta
16 Gausdal - Carlsen vince senza computer
di Ian Rogers
17 Monopoli - Giochi Sportivi Studenteschi
di Pierluigi Passerotti
19 Lettere - Qualcosa da cambiare nel Master?
di Claudio Negrini
20 Positano - Bruno stravince la 4ª edizione
di Sinisa Joksic e Fabio Bruno
23 A te la mossa!
di Zenon Franco
26 Un test per tutti
27 I campionati mondiali - 77ª parte
di Pierluigi Passerotti
31 Palermo CIS - Commenta Michelangelo Scalcione
33 Palermo CIS - Commenta Francesco Bentivegna
35 Ponte delle Arche - Campionato italiano seniores
di Antonio Rosino
38 Teoria - Finali di più pedoni, 15ª puntata
di Alvise Zichichi
40 Studi - Zinovi Birnov, grande compositore russo
di Marco Campioli
42 Livello medio - Il lato oscuro dei pedoni
di Paolo Ragni
45 Scacchi e letteratura - “La Difesa” di Nabokov
di Mariagrazia Di Gaetano
48 Regole & Regolamenti
di Francesco de Sio
50 L’insegnamento degli scacchi in Cina
di Ian Rogers
53 Calendario |
Si
avvicina l’estate, ma le danze si sono già aperte con i festival
primaverili. Anche quest’anno la stagione si annuncia ricca di
appuntamenti, tra maggio e settembre possiamo contare almeno
trenta eventi, dalle più rinomate località dell’arco alpino alle
isole.
Per molti di noi i grandi festival estivi rappresentano il luogo
dei ricordi, degli incontri e degli scontri, delle amicizie,
delle esaltazioni e delle delusioni agonistiche. Per chi non ha
avuto maestri o è nato prima che venissero inventati i tornei
scolastici e giovanili, i festival sono stati la prima ribalta,
il primo contatto con gli scacchi e gli scacchisti veri. Ma sono
stati anche la palestra che ha formato molti organizzatori,
dirigenti federali ed arbitri italiani. Non solo per questo
sono, insieme ai circoli che operano sul territorio e allo
scacchismo giovanile, una colonna portante di tutto il sistema.
La formula delle tre esse: scacchi, sole e mare o monti (cioè,
la formula inglese, ci siamo capiti) funziona ancora e guai se
smettesse di funzionare. Distribuisce punti Elo, promozioni di
categoria e perfino norme internazionali, è occasione di
guadagno per i professionisti, di cospicui introiti per la
federazione attraverso il tesseramento e l’omologazione, di
commercio scacchistico per gli editori e affini. Mentre tutti
invocano non meglio identificate (non voglio dire “immotivate”)
sponsorizzazioni, la domanda e l’offerta di turismo scacchistico
qui continua a incontrarsi su basi concrete. Quando una piccola
massa di giocatori dilettanti, spesso con famiglia al seguito,
invade una località e riempie gli alberghi, si genera quel
valore che permette di far arrivare i grandi maestri e tutta la
compagnia di giro che crea quella singolare atmosfera,
cosmopolita e famigliare al tempo stesso.
Si è detto e ripetuto che gli organizzatori dei festival non
devono essere insensibili alle istanze dei giocatori
professionisti, che assicurano lustro e livello tecnico ai
tornei, ma non di meno devono essere attenti alla “soddisfazione
del cliente” – lo scacchista turista che paga il soggiorno e la
tassa di iscrizione. Può essere il giovane esordiente
accompagnato dai genitori, il maestro straniero o il pensionato
di categoria nazionale, in ogni caso gradisce buoni alberghi e
convenzioni realmente favorevoli, sala di gioco confortevole e
materiali di qualità, iniziative collaterali e tutto quello che
può trasformare un festival in un’indimenticabile “festa degli
scacchi”.
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