Quorum raggiunto e Franco Pedrazzini eletto presidente a
stragrande maggioranza, all'assemblea della Federazione
Scacchistica Italiana che si è svolta domenica 18 maggio
presso l'accogliente Starhotel Business Palace di Milano.
Dopo la fumata nera del 23 febbraio scorso, questa volta
la fatidica soglia del 50% + 1 degli aventi diritto al
voto è stata superata di una decina di unità,
scongiurando il rischio di un commissariamento da parte
del Comitato Olimpico Nazionale, l'ente pubblico a cui
gli scacchi sono soggetti dal 1988 in qualità di
disciplina associata (uno status paragonabile, seppure a
livello inferiore, a quello delle federazioni sportive
nazionali).
Pedrazzini subentra al presidente facente funzioni Bruno
Manzardo, il quale a sua volta aveva recentemente
ricevuto il testimone da Giuseppe Lamonica, facente
funzioni dell'ex presidente Alvise Zichichi dimissionario
dall'aprile del 2002.
Pedrazzini, 67 anni, già presidente del settore
arbitrale Fsi, ha raccolto più dell'ottanta per cento
dei voti (170 su 211) lasciando agli altri quattro
candidati alla presidenza solo le briciole: il comasco
Alessandro Brunetti ha ottenuto 17 voti, l'aostano
Agostino Scalfi 15 voti, il perugino Ettore Bertolini 4 e
il romano Mauro Scacco 3.
Il programma del neo-eletto mette al primo posto il
proseguimento di quel "grande processo evolutivo di
informatizzazione" della Fsi, che dovrà portare
prima di tutto ad un decisivo miglioramento nella
gestione dei punteggi Elo, ma anche allo snellimento e
alla razionalizzazione del lavoro di segreteria, con un
significativo risparmio delle risorse umane. Tra gli
altri obiettivi strategici messi a fuoco dal nuovo
presidente non potevano mancare un maggior coinvolgimento
dei comitati regionali, la preparazione e
l'incentivazione dei giocatori di interesse nazionale, la
formazione dei giovani più promettenti (con l'obiettivo
di riuscire a presentare, quale paese ospitante, una
valida seconda squadra azzurra alle Olimpiadi di Torino
2006) e lo sviluppo del settore femminile.
In merito al problema cruciale del reperimento dei fondi,
il panorama economico attuale sembra consigliare a
Pedrazzini un approccio molto realistico, per non dire
cauto, ma le sue precedenti esperienze come
amministratore di vari enti (è stato tra l'altro sindaco
di Casalpusterlengo) né fanno indubbiamente un
interlocutore capace di trattare con eventuali sponsor
pubblici o privati di qualsiasi livello. Ritengo comunque
che il compito di elaborare progetti ambiziosi e favorire
contatti che possano produrre frutti importanti non è
tanto e solo del presidente federale, ma riguarda tutti i
componenti dell'ambiente scacchistico nazionale, inclusi
quelli motivati da fini professionali.
IL NUOVO CONSIGLIO
Già alla vigilia l'aria di rinnovamento che spirava sul
Consiglio direttivo era intuibile dall'alto numero dei
candidati (ventuno), ma forse nessuno si aspettava che
dall'urna uscisse una squadra in cui, includendo il
presidente, i neo-eletti sono sette addirittura su undici.
La più grossa novità è rappresentata dalla nomina di
due maestri internazionali tuttora in piena attività
agonistica: Bruno Belotti e Fabrizio Bellia.
Sul fronte opposto va invece segnalata la non candidatura
del consigliere anziano, nonché vicepresidente, Giuseppe
Campioli, che della Federazione è stato quasi
un'istituzione per circa trent'anni. In assemblea è
stato salutato da un lungo applauso. Da notare inoltre,
tra i non rieletti, Adolivio Capece, giornalista,
promotore nonché maestro di lungo corso. Sono certo che
Adolivio non cesserà per questo motivo di offrire al
nostro scacchismo il suo prezioso contributo, soprattutto
nel campo delle pubbliche relazioni, in cui eccelle.
Sono stati eletti consiglieri in quota società: Marcello
Perrone (C. S. Brindisino - voti 143 su 185 votanti),
Luigi Troso (S. S. Taranto - voti 136), Mario Gabassi (C.
S. Udinese - voti 129), Giovanni D'Eredità (A. S.
Palermitana - voti 115), Luigi Forlano (C. S. Unical
Cosenza - voti 99). Vicepresidente è stato nominato
Mario Leoncini (Cral Monte dei Paschi, Siena) che con 146
voti è risultato il consigliere più votato.
Vicepresidente di sede è stato nominato Bruno Manzardo (S.
S. Torinese - 98 voti).
Sono stati eletti consiglieri in quota giocatori:
Fabrizio Bellia (C. S. Legnano - voti 8 su 13 votanti),
Bruno Belotti (C. S. Marostica - voti 7).
È stato eletto in quota istruttori: Antonio Rosino (C. S.
Canal Venezia - voti 3 su 7 votanti).
Il Consiglio di Presidenza (organo ristretto che affianca
il presidente) risulta composto dal presidente stesso
Franco Pedrazzini, dai vicepresidenti Mario Leoncini e
Bruno Manzardo, dal rappresentante dei giocatori Fabrizio
Bellia e da quello degli atleti Antonio Rosino.
Gli eletti resteranno in carica per circa due anni, fino
al completamento del ciclo olimpico.
L'ULTIMO QUORUM
L'incubo del quorum non toglierà più il sonno ai
presidenti ed ai consiglieri federali: oltre
all'assemblea elettiva, il 18 maggio se ne è svolta una
straordinaria per modificare l'articolo 16 dello Statuto
Fsi: la quota minima di partecipanti alle assemblee
elettive è stata ridotta dal 50%+1 al 40 per cento.
Altri tre articoli hanno subito modifiche, richieste dal
Coni per adeguamento ai principi ispiratori dello stesso
Comitato olimpico: quello riguardante il rilascio delle
deleghe (d'ora in poi potranno essere affidate solo ai
Presidenti degli affiliati aventi diritto al voto e
appartenenti alla stessa Regione o Provincia), quello
sulla composizione dei Comitati regionali (a costituirli
saranno un presidente e quattro o sette consiglieri) e
quello sull'eventuale istituzione dei Comitati
provinciali (la cui composizione verrà regolamentata:
dovranno avere un presidente e tre o sei consiglieri).
AVANZO DI ESERCIZIO
L'Assemblea ordinaria (alla fine la meno importante della
lunga maratona del 18 maggio) della Federazione ha
approvato la relazione tecnico-morale-finanziaria
relativa all'esercizio 2002, presentata dal presidente
facente funzioni Bruno Manzardo. Ha inoltre approvato il
bilancio consuntivo 2002, deliberando di rinviare a
riserva ordinaria l'avanzo di esercizio di euro 25.000
circa. Va però osservato che più di un candidato alla
presidenza o al consiglio, esponendo il proprio
programma, aveva criticato questo accantonamento,
sostenendo che la Federazione non è un'impresa che deve
fare utili, ma un ente che deve "spendere"
tutto quello che può per perseguire i suoi scopi. Ciò
è indubbiamente vero in linea di principio, ma va
tuttavia osservato che la cifra in questione non è poi
gran cosa neppure nell'ambito di una piccola federazione
come la Fsi. È comunque una piacevole sorpresa e sta a
dimostrare che le entrate nel 2002 hanno superato le
uscite, rendendo concreta la prospettiva di affrontare
nuove iniziative, ovvero nuove spese, senza particolari
patemi sul fronte finanziario.
L'assemblea ha infine preso atto del preventivo 2003, a
suo tempo deliberato dal Consiglio Federale per la
presentazione al Coni.
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