Felicemente scampato il
pericolo del commissariamento per mancato raggiungimento
del quorum, la Federazione Scacchistica Italiana ha
eletto il 18 marzo il nuovo Consiglio, riconfermando alla
presidenza il maestro internazionale Alvise Zichichi.
L'assemblea si è svolta in un clima sereno e costruttivo,
quattro nuovi consiglieri (Laura Albarella, Adolivio
Capece, Francesco Gabassi e Valerio Luciani) si
affiancano a quelli che già da anni prestano il loro
servizio alla causa. Li aspetta un "quadriennio
olimpico" impegnativo, in cui ci auguriamo che alle
note difficoltà di crescita dello scacchismo nazionale
non si accompagni un panorama internazionale poco
edificante. Sarà una coincidenza, ma nei periodi in cui
l'immagine degli scacchi è stata promossa dai media,
grazie ad importanti avvenimenti sulla scena mondiale o a
manifestazioni di primo piano realizzate sul suolo
italico, il nostro movimento ne ha sempre immediatamente
beneficiato, sia in termini numerici di partecipazione
che in termini di ascolto da parte delle istituzioni.
Dalla Federazione internazionale, a proposito, ci
arrivano due notizie. Quella buona riguarda Ennio Arlandi,
di cui finalmente abbiamo la certezza che la pratica per
la sua promozione a grande maestro è stata accolta, con
l'ovvia condizione del raggiungimento di quota 2500, che
ci auguriamo egli riesca a soddisfare in tempi
ragionevolmente brevi. Quella cattiva riguarda tutti: il
comitato di presidenza ha confermato la decisione di
ridurre drasticamente i tempi di riflessione, portandoli
a una durata massima di quattro ore circa per l'intera
partita. Nientemeno, ciò significa che la classica
partita di torneo sta per scomparire, oppure che si offre
il destro alla creazione di una struttura alternativa che
promuova tornei e campionati con tempi di riflessione
"normali". L'unica speranza è che le
federazioni nazionali, compresa la nostra, si decidano a
decretare gli oltrepassati limiti di tempo per la
presidenza Ilyumzhinov!
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