Speditemi pure nel girone degli incontentabili, ma il campionato del mondo che ha preso il via il 28 settembre
in Argentina non soddisfa tutte le mie aspettative riguardo alla tanto attesa riunificazione del titolo
mondiale. Non tanto per l’assenza di Kramnik, di Kasparov o di Ivanchuk, ma per il profilo dello sponsor e per
il probabile disinteresse dei media.
Dopo aver tentato di far disputare un match mondiale a Baghdad negli anni Novanta e dopo aver assegnato a
Tripoli l’edizione del 2004, a cui i giocatori israeliani o di origini ebraiche non hanno potuto partecipare,
dal cappello del presidentissimo Ilyumzhinov mai che esca una sede o un marchio di prestigio: oggi ci tocca un
chiacchierato governatore di una remota provincia argentina. Agli scacchisti ciò pare non interessare, ma con
un po’ di cinismo vien quasi da dire che questa è la misura del nostro valore reale sulla piazza. Per un
piatto di lenticchie ci siamo consegnati da più di un decennio nelle mani di un Ilyumzhinov, ora fungiamo da
stampella al potere vacillante di un governatorato sotto inchiesta.
Le prossime elezioni presidenziali della Fide si svolgeranno a Torino nel corso delle Olimpiadi e forse
Ilyumzhinov non sarà di nuovo l’unico candidato: c’è chi parla di Karpov (che io non voterei), chi fa il nome
di Bessel Kok. Speriamo sia la volta buona.
Tornando agli scacchi giocati, il torneo ottagonale di San Luis promette fuoco e fiamme sul fronte agonistico.
Kasparov si è sbilanciato pronosticando al 95% una vittoria di Anand, Topalov o Leko, mentre i nostri inviati
Cathy e Ian Rogers sono già in viaggio per l’America del Sud. Grazie a loro potremo pubblicare nel numero di
novembre (che avrà alcune pagine in più del solito) un inserto speciale con tutte le partite del mondiale
brevemente commentate e una carrellata di foto e testimonianze esclusive. Imperdibile!
Concludo brindando alla Coppa dei Campioni da record che si è svolta a Saint-Vincent e tanto è piaciuta ai
cinquecento partecipanti e alla stampa estera (oltre che all’incontentabile sottoscritto). C’erano otto
giocatori con più di 2700 punti Elo, più di duecento tra grandi maestri e maestri internazionali, la
squadra del Penne che sembrava una piccola nazionale italiana.
Una manifestazione così bella in Italia io non l’avevo mai vista. L’ideale per tirare la volata alle Olimpiadi
di Torino. Bravo Agostino Scalfi!
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