Intervista con Alexei Shirov, il giramondo

di Roberto Messa


Alexei Shirov, 28 anni, numero 6 al mondo, è il beniamino del pubblico al IX Festival internazionale di Montecatini Terme. Lo incontro al termine della sua drammatica patta contro Ivanchuk, mentre chiacchiera (in italiano!) con Michele Godena: da qualche tempo i due si tengono in contatto via E-mail. Shirov ha deciso di imparare la nostra lingua solo tre settimane prima dell'inizio del torneo, dice che questo è uno dei suo hobby preferiti e a giudicare dai risultati la cosa gli riesce straordinariamente bene.
Il giorno prima avevo chiesto a Shirov se prima della fine del torneo poteva concedermi un'intervista per Torre & Cavallo e Scacco!. Ovviamente non oso chiederglielo una seconda volta, in un momento in cui lo immagino ancora teso e non del tutto soddisfatto per l'esito della partita (che tra l'altro ha subito ben tre interruzioni a causa di altrettanti black-out che hanno lasciato per alcuni minuti il Centro Congressi Vittoria con la sola illuminazione d'emergenza). Tutto a un tratto mi dice di essere pronto per l'intervista, che per sua maggiore sicurezza decidiamo di condurre in lingua inglese.

- E' la prima volta che vieni in Italia?
- Sì, praticamente è la prima volta. Nel giorno di riposo del torneo di Montecarlo avevo fatto solo una rapidissima escursione a Sanremo. In ogni caso questo è il mio primo torneo in Italia.
- Hai giocato molto nei primi sei mesi di quest'anno. Non sei mai stanco?
- Ma prima di questo torneo ho avuto circa un mese di riposo. E' difficile riprendere a giocare bene dopo un mese di lontananza dai tornei. Il problema è che quando stacco dai tornei rischio di non pensare per niente agli scacchi.
- Perciò preferisci passare da un torneo all'altro senza posa...
- Gli scacchi sono il mio lavoro e quando arrivano degli inviti li devo accettare, nei limiti del possibile. Sì, bisognerebbe riposare e studiare, ma...
- Giocherai alle prossime Olimpiadi scacchistiche a Istanbul?
- Sì, giocherò per la Spagna. Adesso non vivo più in Spagna, ma mantengo la nazionalità spagnola e sono contento di giocare per la Spagna.
- Dove vivi attualmente?
- Principalmente in Polonia, dove risiede la mia attuale compagna, dalla quale ho avuto un figlio. (ndr - Shirov ha avuto un figlio anche dalla sua prima moglie). Diciamo che vivo un po' in Polonia, un po' a Riga, in Lettonia, dove sono nato, e molto in giro per tornei.
- E quali sono i tuoi piani riguardo al prossimo Campionato del mondo Fide?
- Parteciperò, naturalmente. Spero che si svolga in novembre come hanno promesso, a Nuova Delhi e che non venga rinviato come accadde l'anno scorso.
- I nostri lettori hanno potuto leggere la tua lettera aperta riguardo al match Kasparov-Kramnik. Hai qualcosa da aggiungere su questo argomento?
- Sospetto di aver ostacolato i loro piani fin dall'inizio, quando ho battuto Kramnik nel match del 1998. La mia opinione è che, se avesse vinto Kramnik, Kasparov avrebbe fatto tutto il possibile per arrivare a un match con lui, mentre ha cercato in ogni modo di evitare il match contro di me. Lui dice che non ci sono state offerte adeguate, ma dalle informazioni che ho io risulta che sia stato lui a farle cadere. Ritengo che Kasparov e Kramnik siano delle persone poco stimabili. Entrambi fortissimi giocatori di scacchi, OK, ma... hanno agito pensando esclusivamente al loro profitto personale. Questo è tutto.
- Cosa ti piace fare quando non giochi a scacchi?
- Nel mio tempo libero mi piace leggere, stare immerso nella natura e studiare le lingue. Questa è una cosa che recentemente ho dovuto interrompere completamente. Ma ora ho cominciato a studiare l'italiano e voglio proseguire, poiché mi piace molto.
- Molti pensano che tu sia un genio scacchistico. Come ti senti riguardo a questa faccenda?
- No, non un genio... credo di avere talento, ma ho lavorato molto per arrivare al livello in cui sono. Non credo di avere delle abilità particolari, associabili alla parola "genio". Tal probabilmente era un genio degli scacchi, non io.
- Cosa ti piace di più della vita di uno scacchista professionista? E cosa ti piace di meno?
- Ciò che mi piace di meno è il dover andare continuamente da un posto all'altro, a un certo punto sembra di non avere più una casa. Ma questo è anche il lato positivo della mia vita: ogni torneo e ogni posto in cui vado mi permettono di conoscere situazioni nuove. Ovviamente tutto questo va bene quando si è giovani, ma quando ci si avvicina ai quarant'anni forse si ha bisogno di una vita più stabile. In ogni caso questo è il lavoro, non vedo cosa potrei fare di meglio.

 



Autorizzazione del tribunale di Brescia n. 3/2000 del 01/02/2000
Copyright 2000-2007 Messaggerie Scacchistiche, tutti i diritti riservati