Kasparov: "Le
Olimpiadi grande occasione |
"ITALIANI,
GIOCATE DI PIU'" - E' il titolo
dell'articolo relativo alla conferenza stampa di Torino
apparso il 15 maggio sul Corriere della Sera. In effetti,
se proprio non ha usato queste parole, il sotteso del
discorso d'apertura di Garry non è stato molto diverso:
"Finora sono venuto in Italia per un solo evento in
tutta la mia carriera, il supertorneo di Reggio Emilia
1992/1993", ha ricordato il campionissimo russo.
"Mi fa un po' tristezza pensare che un Paese con una
tradizione culturale così rilevante e un'importanza
politica e finanziaria tanto evidenti non abbia ancora
potuto mostrare il meglio di sè e sviluppare le proprie
potenzialità nel campo degli scacchi. E' anche un po'
strano, considerando che l'Italia è stata la culla degli
scacchi quattrocento anni fa. Spero che adesso sia giunto
il momento di ridare nuova linfa a questo grande gioco in
questo grande Paese e mi auguro che le mie visite a
Torino e a Bologna diano il loro contributo in tal senso". IL PROGETTO "CHESS IN SCHOOL" - Oltre che grande campione, per qualcuno il più grande di tutti i tempi, Kasparov è anche il divulgatore numero uno degli scacchi nel mondo. E non solo perché gli eventi di cui è stato protagonista, su tutti i match uomo-computer, hanno avuto sempre una grande eco, ma anche nel senso che Garry ha contribuito in prima persona ad attivare un progetto denominato "Chess in school". "L'esperienza fatta negli Stati Uniti dimostra l'importanza del ruolo positivo degli scacchi nell'età evolutiva", ha commentato il campione russo. "E' un po' difficile avere dei dati precisi, ma si può dire che circa quindicimila scuole hanno aderito al progetto. A differenza di altri sport, una delle qualità positive degli scacchi è quella di non fare differenze di religione, razza, reddito, ceto sociale. Voglio dire che, ad esempio, a New York gli scacchi sono stati introdotti sia nelle scuole dei ghetti più poveri come Harlem e il Bronx, sia nelle scuole più esclusive della città. E' stato dimostrato che il rendimento scolastico delle classi in cui è stato inserito l'insegnamento degli scacchi è risultato decisamente superiore a quello delle classi che non hanno aderito al progetto. Gli stessi genitori si sono dimostrati molto desiderosi di inserire gli scacchi come una materia, un'attività extra per i loro figli, proprio perché ne hanno visto l'influenza positiva, i risultati ottenuti. E senza rischiare di essere arrogante vorrei dire che gli scacchi sono uno dei giochi che maggiormente possono servire a sostituire quelle attività in cui non si usa la testa, ma serve solo la manualità. Credo che il ventunesimo secolo debba essere un secolo all'insegna dell'intelletto e dell'intelligenza, perché ritengo che l'intelletto e l'intelligenza saranno fondamentali per determinare il successo della nostra civiltà, quindi sarà molto importante in questo senso il ruolo degli scacchi nella società". CARA
FIDE, QUANTI PASTICCI FAI - Sia pure meno
critico rispetto a quanto non sarebbe stato tre anni fa,
quando la scissione non era ancora ricucita, Kasparov non
ha lesinato qualche frecciata alla Federazione
internazionale. Rispondendo a una domanda sui suoi
impegni futuri, Garry ha detto che "il calendario
scacchistico è un po' incasinato. Posso solo parlare
degli eventi che riguardano le prossime quattro settimane:
dal 9 al 16 giugno, a Mosca, si terrà il Memorial
Petrosian, in cui alcuni dei migliori grandi maestri
russi affronteranno una rappresentativa mondiale. Vi
prenderanno parte diversi giocatori della top ten
mondiale fra i quali Vishy Anand, Peter Leko, io stesso e
Boris Gelfand". Il campione russo ha rincarato la
dose subito dopo, riservando una stoccata anche a
Vladimir Kramnik: "Purtroppo l'accordo di Praga del
2002 per la riunificazione non è stato ancora messo in
pratica e sono molto pessimista sul fatto che possa
esserlo nell'immediato futuro. L'incapacità
della Fide di rispettare il proprio calendario e di
organizzare grandi eventi non è assolutamente di aiuto
in questo senso. Ma devo anche aggiungere, a favore della
Fide, che non c'è grande interesse da parte dei migliori
giocatori in questa riunificazione, perché la maggior
parte, Kramnik in testa, aspettano con ansia che Kasparov
si ritiri. Io d'altro canto sono qui in attesa di vedere
come si evolveranno gli eventi: se avrò la possibilità
di dimostrare che sono il numero uno metterò in campo
tutta la mia energia. Di certo quello che posso
anticipare adesso è che sarei molto felice di
festeggiare nel 2005 il mio ventesimo anno come miglior
giocatore al mondo". Quanto a Kramnik, "definirlo
campione del mondo adesso sarebbe un'esagerazione, perché
ha vinto il match con me quattro anni fa e da allora ha
fatto di tutto per non incontrarmi". "I
MIEI GRANDI PREDECESSORI" - Pretesto e
motivo principale della visita di Kasparov in Italia è
stata la presentazione del secondo dei cinque volumi
della sua ambiziosa opera, "I miei grandi
predecessori". Non solo e non tanto una raccolta di
partite minuziosamente analizzate, ma soprattutto una
monumentale storia delle idee e dei campioni di scacchi.
"Quando ho deciso di iniziare il progetto de 'I miei
grandi predecessori' non avevo idea della sua dimensione",
ha ammesso Garry. "Inizialmente pensavo a un paio di
volumi, poi sono diventati tre e adesso cinque. Del
resto, quando si affronta un progetto così ambizioso
come ricostruire la storia delle idee negli scacchi, non
ci si può permettere il lusso di accantonare neanche uno
dei grandi giocatori. A giugno sarà pronto per la
pubblicazione il terzo volume, che si fermerà a Fischer,
mentre tra un anno arriverà il quarto, che presenterà
Karpov, Korchnoj e la rivoluzione delle aperture negli
anni Settanta. Il volume cinque, infine, presenterà
tutti e cinque i miei match contro Karpov: uscirà più o
meno in coincidenza con le Olimpiadi di Torino. Poi penso
che pubblicherò un paio di volumi sulle mie migliori
partite e infine c'è un altro libro che ho in mente e
che riguarda le sfide tra uomo e macchina. Come si può
vedere il mio progetto editoriale va avanti fino al 2008-2009". KASPAROV
LO SCACCHISTA - Prima di concedersi al
pubblico e alla firma di autografi, Garry ha parlato di sè
e della sua educazione, soprattutto in risposta alle
domande dei giovanissimi studenti di una scuola
elementare di Torino presenti all'incontro. "Ho
cominciato a giocare a cinque anni, ma non ho imparato a
scuola. E' un grosso fraintendimento il fatto che nel
sistema scolastico sovietico fossero inclusi gli scacchi.
Il sistema però ha sempre avuto una rete di selezione
molto efficace ed è stata questa selezione che ha
permesso di far emergere un Karpov o un Kasparov. Era
nell'interesse del regime comunista mantenere questa
predominanza sovietica nel mondo degli scacchi: non c'era
assolutamente nessun interesse dal punto di vista
dell'istruzione o dell'educazione. In effetti devo dire
che la Russia di oggi, non la grande Unione Sovietica,
non ha dei forti giocatori di scacchi nell'età
dell'adolescenza. Ci sono dei grandi giocatori che vanno
dai ventuno ai quaranta - alla mia età -, ma se si
scende sotto questa soglia allora è probabile che ci
saranno dei problemi in futuro". Quanto al segreto
del suo successo, infine, il campione russo ha svicolato:
"Il segreto è che ci sono ventiquattr'ore al giorno
e sta alla propria disciplina e alla propria produttività
stabilire il modo in cui utilizzarle. In base ai miei
parametri, io ritengo di sprecare tuttora del tempo, ma
ne trovo ancora a sufficienza per gli scacchi. Grazie a
mia madre ho imparato a essere molto disciplinato, a
concentrarmi, a focalizzarmi su ciò che devo fare,
quindi non ho mai sofferto la sensazione che mi mancasse
il tempo, nonostante le tante attività che svolgo. Per
me ciò che più conta è la motivazione, la
determinazione, quindi nella misura in cui mantengo la
mia passione per il gioco non sento che mi manca il tempo". |
Autorizzazione del tribunale di Brescia n. 3/2000 del 01/02/2000
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