Matto in una!

del maestro internazionale Roberto Messa

(editoriale di Torre & Cavallo Scacco! - dicembre 2006)


Consoliamoci: anche Vladimir Kramnik è un uomo. Nel match contro il computer il campione del mondo si è fatto dare matto in una da Deep Fritz. Il fattaccio non ha attenuanti: la posizione era relativamente semplice e Kramnik aveva avuto il tempo e la calma di riflettere alcuni minuti prima di eseguire la mossa incriminata. Errori di questo genere, da parte di un campione, si contano sulle dita di una mano nella storia degli scacchi e subito si sono scatenate le spiegazioni più disparate.
In Italia la teoria del complotto è sempre molto gettonata: Kramnik si sarebbe venduto alla Chess Base così come Kasparov si vendette (??) all’IBM nel 1997. Come?? Ma se solo due settimane fa eravamo tutti d’accordo nel sostenere che Kramnik era per costituzione incapace di imbrogliare!
All’estero si cercano spiegazioni più scientifiche: uno schema di matto non comune, una situazione di partita in cui il giocatore, concentrato sul suo vantaggio posizionale, rischia di non badare a una minaccia incidentale. 
Opto per la spiegazione più semplice: una buccia di banana può capitare a tutti. Se mai noto che anche Kasparov e Kramnik, come me, non amano confrontarsi con un computer e il disagio psicologico si può palesare in qualche brutta giocata. Mi piace pensare che anche i superkappa traggano energia e ispirazione guardando negli occhi un avversario vivo!
Dopo un'altra sconfitta di Kramnik nell'ultima partita, la macchina si è aggiudicata il match per 4 a 2. Al giocatore umano sono andati comunque 500.000 euro di ingaggio.

 



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