Primavera?

del maestro internazionale Roberto Messa

(editoriale di Torre & Cavallo Scacco! - febbraio 2005)


Quattro rondini fanno primavera? Le norme di maestro internazionale conquistate dai quindicenni Denis Rombaldoni, Sabino Brunello e Giuseppe Lettieri, insieme a quelle recenti di Niccolò Ronchetti e dei “meno giovani” Calogero Di Caro e Luca Shytaj, ci fanno sperare in un prossimo risveglio dello scacchismo italiano. Tanto più che a queste buone nuove fanno eco in campo femminile i successi di Elena Sedina in Australia e della giovane speranza Eleonora Ambrosi a Verona. Complimenti a tutti, con l’esortazione a proseguire con impegno verso traguardi più ambiziosi, poiché oggi il titolo che conta a livello internazionale è quello di grande maestro ed è da tempo che l’Italia ne aspetta una nuova generazione.
Anche la Fsi sembra in grado di uscire dal suo lungo inverno con le elezioni del 20 marzo e noi abbiamo intervistato i candidati alla presidenza, Pagnoncelli, Sileci e Tassi: tre persone serie e capaci tra le quali gli elettori potranno scegliere con fiducia, valutando i programmi e le capacità di ciascuno. Per sterilizzare il rischio di una nuova stagione di polemiche nel dopoelezioni, qualche osservatore ipotizza un inciuccio preelettorale che stemperi o annulli le divisioni, mentre io credo che lo scacchismo nazionale sia abbastanza maturo per non avere bisogno di scorciatoie. Il rispetto e il confronto costruttivo tra persone e idee diverse vanno ritrovati in nome dei traguardi condivisi a cui la Federazione può finalmente puntare. I segnali di interesse per il nostro gioco si moltiplicano e la Fsi deve porsi nelle condizioni di saper rispondere sia sul piano dell’immagine che sul piano operativo.
Le Olimpiadi di Torino, di cui è stato presentato a fine gennaio il logo ufficiale e una prima serie di manifestazioni promozionali, ci aspettano per la primavera del 2006. L’Italia come paese ospitante avrà diritto a iscrivere due o tre squadre nel torneo assoluto e altrettante nel femminile. I giovani che abbiamo nominato in apertura sono naturalmente candidati a entrare nella seconda squadra (magari nella prima, perché no?) e in questo intervallo si dovrà curare il loro perfezionamento tecnico con metodologie non inferiori a quelle impiegate all’estero. Inoltre la Federazione dovrà preparare un buon numero di arbitri e dimostrarsi all’altezza negli auspicabili incontri con la stampa, con possibili sponsor privati, con le autorità politiche e con i dignitari della Fide. Sono sfide non da poco per il futuro presidente!

 



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