Dopo sei anni di presidenza, una delle più lunghe e
positive che la nostra Federazione abbia avuto negli
ultimi decenni, Alvise Zichichi si è dimesso dalla
carica, perché "si tratta oramai di un compito
eccessivamente gravoso per me [
] che non sono più
in grado di adempiere con tutte quelle energie che sono
dallo stesso richieste", come ha scritto nella
lettera presentata il 7 aprile all'Assemblea ordinaria di
Milano.
È facile intuire che la stanchezza del 63enne maestro
internazionale romano non sia dovuta solo ai
comprensibilissimi motivi privati a cui egli accenna
nella lettera (che pubblichiamo a pagina 8), ma anche
alle crescenti difficoltà che la gestione delle cose
federali comporta. In questa rivista abbiamo più volte
richiamato l'attenzione sui rischi di collasso a cui va
incontro una Federazione affiliata al Coni che non abbia
un bilancio e un organico adeguati. Questi rischi
dovranno essere ben presenti anche al successore di
Zichichi, il quale dovrà anche lui sobbarcarsi centinaia
di ore di lavoro per adempiere non ai doveri della
carica, ma all'ordinaria amministrazione, data
l'insufficienza di organico della struttura federale.
Come scrive Zichichi: "Si è ritenuto del tutto
pacifico che un presidente federale dovesse svolgere,
oltre ai compiti inerenti al suo ruolo, pure le funzioni
di Segretario Generale, nonché il lavoro normalmente
demandato alla Segreteria del presidente."
Date queste premesse, chi avrà il coraggio di candidarsi
meriterà il sostegno e l'applauso di tutti noi.
Va sottolineato che ufficialmente le dimissioni di
Zichichi sono "congelate" ed è probabile che
saranno formalizzate solo negli ultimi mesi del 2002, al
fine di poter rinviare la nuova assemblea elettiva fino
all'inizio del 2003 senza incorrere nel pericolo del
commissiaramento da parte Coni, che scatterebbe
automaticamente se la carica dovesse restare vacante per
più di 90 giorni.
|