Rogers' Report

n° 25, 15 aprile 2004

ADDIO AL RE DEGLI SCACCHI TAILANDESI
del Grande Maestro Ian Rogers

Il nome Sunthornpongsathorn può non avere lo stesso significato di Kasparov o Fischer per la maggioranza degli appassionati, ma la morte di Veraphol Sunthornpongsathorn, avvenuta in marzo poco prima del suo 39º compleanno, ha lasciato sotto shock la comunità scacchistica tailandese.
Sunthornpongsathorn è stato un nome leggendario in Tailandia, avendo primeggiato per più di un decennio sia negli scacchi internazionali, sia nel makruk (gli scacchi tailandesi). Il makruk è una variante degli scacchi che potrebbe essere più vicina al gioco originario che nacque in India più di 1.000 anni fa e che in seguito si sviluppò negli scacchi internazionali, negli scacchi cinesi e nello shogi (gli scacchi giapponesi).
Il makruk ha molte caratteristiche che ritroviamo negli scacchi moderni: una scacchiera 8x8 con i pezzi e i pedoni allineati su due traverse, con la differenza che le torri sono barche e i pedoni conchiglie, questi ultimi iniziano sulla terza traversa, ma non hanno la facoltà di avanzare di due passi.
Il concetto di promozione del pedone è stato aggiunto alle regole antiche, ma questa è una delle poche differenze di rilievo tra il moderno makruk e il gioco che Marco Polo riferì di aver visto già nel 1285 in una zona che ora fa parte del Vietnam.
In Tailandia e Cambogia, il gioco del makruk è molto più popolare dei cosiddetti "scacchi mondiali" dai quali differisce abbastanza da rendere arduo per chiunque raggiunge la maestria in entrambi.
Sunthornpongsathorn è cresciuto all'ombra di Suchart Chaivichit, l'uomo che dominò gli scacchi tailandesi negli anni '80 e che fu il primo giocatore Thai a fare con un successo il balzo negli scacchi mondiali, conquistando tra l'altro una medaglia d'oro alle Olimpiadi scacchistiche di Salonicco nel 1988.
Nel 1986 Sunthornpongsathorn conquistò l'attenzione per la prima volta degli osservatori esterni quando sconfisse il belga Richard Polaczek (che divenne in seguito maestro internazionale), che si trovava in visita a Bangkok (in seguito Polaczek descrisse lo stile Sunthornpongsathorn come "Karpoviano"). Sunthornpongsathorn fece il suo debutto alle Olimpiadi di Dubai nel 1986, realizzando un notevole 10 su 13, benché dovette aspettare fino al 1991 prima di superare Chaivichit nella lista Elo.
Sconfiggere Chaivichit negli scacchi thai si dimostrò più difficile, ma a partire dal 1995 Sunthornpongsathorn venne riconosciuto come maestro di entrambe le forme del gioco in Tailandia.
Sunthornpongsathorn rappresentò la Tailandia in sei Olimpiadi scacchistiche - un numero che sarebbe stato superiore se difficoltà economiche non avessero impedito alla Tailandia di essere rappresentata alle ultime due edizioni. Anche la scena dei tornei locali è stata problematica, con i pochi eventi maggiori non inviati alla Fide per le variazioni del rating.
Non sorprende che negli ultimi anni Sunthornpongsathorn si sia concentrato sul makruk, lasciando cadere la chance di rappresentare la Tailandia all'edizione 2003 dei Giochi del Sud-Est Asiatico con cui si è inaugurata la serie degli scacchi come sport da medaglia.
Ciò nonostante Sunthornpongsathorn è riuscito a concludere come miglior giocatore Thai al terzo open internazionale di Bangkok nell'ottobre 2003, vincendo tra l'altro il torneo lampo di contorno con 24 su 25!
E il suo posto di re nelle due forme di scacchi sembrava destinato a continuare, non fosse stato per l'attacco di cuore che ha messo fine alla sua vita il 15 marzo.

V. Sunthornpongsathorn - M. Al Sayed [E92]
Oliampiadi di Yerevan 1996
Note del GM Ian Rogers

1.d4 Cf6 2.c4 g6 3.Cc3 Ag7 4.e4 d6 5.Cf3 0-0 6.Ae2 e5 7.dxe5

Un sistema che si suppone innocuo, ma aderisce perfettamente allo stile dello specialista dei finali Sunthornpongsathorn.

7...dxe5 8.Dxd8 Txd8 9.Ag5 Te8 10.Cd5 Cxd5 11.cxd5 c6 12.Ac4 cxd5 13.Axd5 Cc6 14.0-0 Cb4 15.Ab3 Ae6 16.Axe6 Txe6 17.a3 Cd3 18.Tab1 f6 19.Ae3 f5

Fino a questo punto il Nero ha giocato con molta sensibilità e sembra sul punto di prendere l'iniziativa. Tuttavia l'unico minuscolo problema nella sua posizione è l'assenza di una casa di ritirata per il Cavallo in d3, e il Bianco comincia a lavorare su questo.

20.Tfd1! Td6 21.exf5!? gxf5?!

21...e4! era molto più precisa, con l'idea di replicare a 22.Ch4? con 22...Af6.

22.Ch4! f4

Sfortunatamente per il Nero, 22...Tf8? perde a causa di 23.Ac5!

23.Cf5 Td7 24.Ad4! Tf8! 25.Cxg7 Rxg7 26.Txd3

26...exd4?

Adesso il Nero ha problemi seri. 26...Txd4 27.Txd4 exd4 offriva migliori possibilità di patta, benché il Nero si ritroverà in difficoltà se il Re bianco riuscirà a posizionarsi di fronte al pedone 'd'.

27.Tbd1 Tc8 28.Rf1 Tcd8?!

Una difesa passiva non offre alcuna speranza. 28...Tc2 era l'unica chance, con l'idea 29.Txd4 (meglio 29.T1d2) 29…Txd4 30.Txd4 f3!

29.Re2 Rf6 30.Rf3 Rf5 31.Te1! Tc8 32.Te4 Tc2 33.Txf4+ Re5 34.Te4+ Rf5

35.g4+! Rg5 36.Rg3 Txb2? 37.Te6! 1-0

Non si può impedire 38.h4 scacco matto. Una conclusione molto efficiente, che non può considerarsi inattesa da parte di un giocatore il cui gioco nativo, il makruk, penalizza i giocatori che mantengono un ampio vantaggio di materiale ma possono subire rapidi scacchi matti.

 



Autorizzazione del tribunale di Brescia n. 3/2000 del 01/02/2000
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