Rogers' Report
n° 27, 20 maggio 2004
CARTOLINA DA
BUDAPEST
del Grande Maestro Ian Rogers
Passeggiando per la
capitale ungherese Budapest non si può evitare di
trovarsi di fronte la faccia sorridente di Judit Polgar,
che campeggia su centinaia di manifesti. Judit è stata
scelta come testimonial per una campagna della Vodaphone
[NdR - in Italia abbiamo Megan Gale, a ciascuno la
propria opinione su quale delle due sia meglio] e nei
poster è ritratta mentre parla al cellulare davanti a
una scacchiera (una condotta pericolosa di questi tempi,
dato che un solo squillo del vostro telefonino nel corso
di una partita può significare la sconfitta immediata a
termini di regolamento).
La scelta dei pubblicitari è forse il segnale più
banale del notevole revival degli scacchi in Ungheria,
una "superpotenza scacchistica" nel dopo-guerra
comunista a cui è seguito il declino degli anni Novanta.
Uno dei maggiori catalizzatori di questa inversione di
tendenza sembra essere una oscura decisione burocratica
in base alla quale le Olimpiadi degli Scacchi sono
equivalenti alle Olimpiadi vere e proprio, di conseguenza
gli scacchi sono equiparati agli altri sport olimpici. Le
conseguenze pratiche sono enormi: tutti i vincitori di
medaglie delle Olimpiadi passate hanno incominciato a
ricevere un assegno mensile dai 35 anni in poi, anche gli
allenatori dei vincitori di medaglie hanno diritto a una
pensione, ma devono attendere il 45° compleanno.
Se si considera che l'Ungheria ha collezionato successi
alle Olimpiadi Scacchistiche a partire dagli anni Trenta
(il grande maestro 93enne Andor Lilienthal ne è una
prova vivente), molti dei giocatori e allenatori che
hanno perso il loro stipendio statale nel 1989 sono di
nuovo in condizioni finanziarie tali da poter dedicare
tutto il loro tempo agli scacchi se lo desiderano.
Inoltre gli scacchi stanno per diventare una materia
curricolare opzionale nelle scuole e a tal fine il
governo ungherese sta spendendo somme ingenti per far sì
che in ogni scuola ci sia un insegnante di scacchi. Ciò
potrebbe spiegare perché il corso più affollato
all'Università dello Sport di Budapest è stato
quest'anno quello biennale di specializzazione come
insegnante di scacchi. Forse, considerato a posteriori il
successo dell'istruzione casalinga delle sorelle Polgar,
ai giovani talenti verrà concesso di non frequentare la
scuola pubblica, ma dovranno comunque sostenere esami
semestrali su varie materie scolastiche. Tutta la
generazione magiara di detentori di titoli mondiali
giovanili ha messo da parte gli studi scolastici per
studiare scacchi.
Nelle ultime settimane, gli scacchi si sono ritrovati nel
focus della coscienza nazionale ungherese: il veterano
Lajos Portisch è stato dichiarato uno dei dodici
Immortali dello Sport Ungherese, un blasone a cui si
accompagna un vitalizio di 25.000 dollari all'anno. Il
riconoscimento ha elevato Portisch allo stesso rango dei
membri della leggendaria nazionale di calcio ungherese
degli anni Cinquanta.
L'anno scorso anche i giovani hanno ottenuto
riconoscimenti: Peter Leko è stato nominato come
l'ungherese di maggior successo della sua generazione,
con Judit Polgar al terzo posto dietro ad Adam Farkas, il
giovane amministratore delegato di una delle maggiori
banche ungheresi.
Quindi, per celebrare l'ingresso dell'Ungheria
nell'Unione Europea all'inizio di maggio, sono state
organizzate una serie di esibizioni e una piazza di
Szeged ha preso il nome di Geza Maroczy, il primo
giocatore magiaro di classe mondiale. Dedicare una piazza
a un personaggio sportivo è una pratica pressoché
sconosciuta in Ungheria, ma dedicarla a un giocatore di
scacchi è cosa assolutamente inedita.
In questo contesto era inevitabile l'apparizione di uno
sponsor di peso: un impianto nucleare di Paks che ha
patrocinato il match Polgar-Gelfand dell'anno scorso e
ora sta pianificando l'organizzazione di tre o quattro
forti tornei per grandi maestri all'anno.
Tuttavia rimangono alcune zone d'ombra nell'orizzonte
scacchistico ungherese, a partire dalla situazione
finanziaria critica di molti circoli scacchistici. Solo
tre club sono riusciti a conservare uno sponsor di
livello, mentre il Miskolc (una volta potente e con
giocatori del calibro di Beliavsky e Chernin)
recentemente ha fatto bancarotta. Molte altri club
sopravvivono a malapena, ma tuttavia questa tendenza non
è un'esclusiva dell'Ungheria e potrebbe essere in
relazione alla maggior comodità per genitori e ragazzi
di giocare su Internet anziché recarsi al circolo e
ritornare a casa la sera tardi.
La partita che segue è una delle ragioni che ha fatto di
Portisch un Immortale. Si tratta di una brillante
vittoria su un GM della Bulgaria, ottenuta per la squadra
dell'Ungheria che si aggiudicò la medaglia d'argento
alle Olimpiadi Scacchistiche del 1972 dietro all'Unione
Sovietica.
L. Portisch - M. Bobotsov
[E41]
Olimpiadi di Skopje 1972, 2° turno
Note del GM Ian Rogers
1.d4 Cf6 2.c4 e6 3.Cc3
Ab4 4.e3 c5 5.Ad3 b6 6.Cge2 Ab7 7.0-0 cxd4 8.exd4 Ae7 9.d5!
exd5 10.cxd5
10... Cxd5?
A quei tempi si riteneva
che la nona mossa del Bianco non fosse giocabile, percio'
Bobotsov probabilmente accetto' la sfida senza pensarci
troppo a lungo. Anziche' prendere il pedone, il Nero
dovrebbe arroccare o, ancora meglio, rispondere a 9. d5
con 9...Ca6.
11.Cxd5 Axd5 12.Cf4
Ab7
Bloccare la colonna 'e'
con 12...Ae6 perde a causa di 13.Cxe6 dxe6 (13...fxe6 14.Dh5+)
14.Ae4
13.Te1 Cc6
E' gia troppo tardi per
arroccare: 13...0-0 14.Dh5 g6 15.Cxg6! hxg6 16.Axg6! fxg6
17.Dxg6+ Rh8 18.Te5! ecc.
14.Ch5! Rf8
14...0-0 cade ugualmente
in 15.Cxg7 Rxg7 16.Dg4+ Rh8 17.Df5
15.Cxg7!! h6
Deprimente, ma 15...Rxg7
perde dopo 16.Dg4+ Rf8 17.Ah6+ Re8 18.Dg7 Tf8 19.Dxf8#!
16.Cf5 Ag5 17.Cd6
Dc7
18.Ag6! Ce7
18...fxg6 permette 19.Df3+
ma in ogni caso il resto e' facile per Portisch.
19.Axf7 Th7 20.Ab3
Dc6 21.Cxb7 Dxb7 22.Axg5 hxg5 23.Dd3 Tg7 24.Txe7 Rxe7 25.Ad5
1-0
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