Rogers' Report
n° 43, 5 maggio 2005
ADDIO SHAMKOVIC, TRAMONTA L'ERA
ROMANTICA
del Grande Maestro Ian Rogers
La morte di Leonid Shamkovich in aprile, all’età di 81 anni, segna l’inizio della fine dell’era romantica degli scacchi.
Shamkovich, come i suoi contemporanei David Bronstein ed Efim Geller, era un giocatore la cui ricerca del lato artistico qualche volta fu di ostacolo ai risultati agonistici. Shamkovich ammirava sempre un attacco ben congegnato o una bella combinazione, vuoi giocata da lui stesso, vuoi giocata da un dilettante in un torneo del fine settimana.
Shamkovich apparteneva alla generazione dei grandi maestri russi-ebrei che riuscì a ricollocarsi dall’Unione Sovietica agli
Usa passando per un breve soggiorno in Israele. La sua carriera nell’Urss fu tutt’altro che avara di successi, ma non si può dire che fosse uno dei favoriti del regime. Una volta osservò mestamente: “Se Botvinnik voleva o chiedeva qualcosa, era impossibile fare in modo che rinunciasse alla sua
richiesta”.
Shamkovich partecipò a sei Campionati Sovietici tra il 1954 e il 1971,
classificandosi quinto nel 1964, ma i risultati migliori arrivarono dopo che emigrò negli Stati Uniti nel 1975. Ancora nel 1979, all’età di 55 anni, Shamkovich fece il 50% dei punti all’Interzonale di Rio de Janiero, l’unica volta che ebbe modo di competere in un ciclo del Campionato mondiale.
Due titoli ai campionati Open Usa del 1976 e 1977, seguiti da un terzo posto al Campionato statunitense assoluto del 1978 fecero impressione, ma Shamkovich probabilmente fu più contento del suo gioco al torneo di Lone Pine del 1975 dove non si classificò tra i primissimi, ma si aggiudicò due premi di bellezza. Benché negli anni Ottanta non fu più all’altezza delle sue precedenti prestazioni americane, Shamkovich continuò a giocare attivamente, viaggiando in lungo e in largo negli Stati Uniti con il suo amico Anatoly Lein, come lui immigrato dall’Urss. Shamkovich nel frattempo si dedicò anche all’attività di trainer, guadagnandosi un’ottima reputazione grazie al lavoro svolto su futuri grandi maestri come Joel Benjamin, Michael Rohde e John Fedorowicz.
Shamkovich fu inoltre autore o co-autore di molti libri, incluso il divertente, ma infelicemente titolato: “Chess Terrorist's Handbook” (Manuale dello scacchista terrorista).
Nel 2004 Shamkovich fu inserito nel “US Chess Hall of Fame”, l’istituzione creata dalla Federazione Scacchistica Statunitense per rendere onore a coloro che più hanno contribuito alla causa degli scacchi in America.
La partita che segue è tratta dal torneo di Sochi (Russia) del 1967, dove Shamkovich colse uno dei suoi più grandi successi, concludendo al primo posto a pari merito con Boris Spassky, in quell’epoca pretendente al titolo mondiale.
Shamkovich Damjanovic
Sochi 1967
Note del GM Ian Rogers
Guarda
la partita con il visore di Chess Assistant!
1.e4 c5 2.Cf3 e6 3.Cc3 Cc6 4.d4 cxd4
5.Cxd4 a6 6.Ae2 Dc7 7.0-0 Cf6 8.Rh1 Ae7 9.f4 d6 10.Ae3 0-0 11.De1 Ad7
12.Dg3 Rh8?!
La variante Scheveningen della
Siciliana richiede la massima precisione, mentre questa mossa e la
successiva del Nero sono sicuramente imprecise. 12...Nxd4 13.Bxd4 Bc6
è la continuazione standard.
13.a3 Tac8?! 14.Ad3 b5 15.Tae1 Db8
16.e5! Cg8?
Adesso il Nero viene sopraffatto. Dopo
16...dxe5 17.Cxc6 Axc6 18.fxe5 Ch5 19.Dh3 g6 20.Ah6 Cg7 il Nero
potrebbe almeno resistere.
17.Cxc6 Axc6 18.Ad4 b4
Non si può bloccare la posizione con
18...d5 a causa di 19.f5!
19.f5! bxc3
Anche 19...exf5 perde in modo
spettacolare a causa di 20.Txf5!! bxc3 21.exd6 Af6
22.Dh3! h6 23.Txf6!
20.f6! Axf6
20...gxf6 21.exf6 Axf6 è cattiva per
22.Txf6!
21.exf6 g6
22.Axg6!! e5
Porta al matto 22...fxg6 23.f7+ e5 24.Txe5.
23.Txe5 Axg2+ 24.Rxg2 dxe5 25.Ae4 Cxf6
26.Axe5 1-0
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