La lettera: "Preferisco
vedere Mariotti giocare a scacchi come lui sa"
Con una decisione sorprendente (tanto più in un
periodo di gestione degli affari correnti, con un
presidente dimissionario e in attesa dell'assemblea
straordinaria) il Consiglio Federale della Fsi ha
ribaltato il parere negativo espresso dai giocatori e
dallo stesso Direttore Agonistico (il consigliere
Adolivio Capece) accogliendo quasi all'unanimità una
richiesta del grande maestro Sergio Mariotti di entrare a
far parte della Nazionale italiana alle prossime
Olimpiadi Scacchistiche di Bled.
Al di là della stima e dell'affetto che tutti nutriamo
per Sergio Mariotti (la mitica Italian Fury degli anni
Settanta e Ottanta) non si può proprio comprendere come
una federazione sportiva possa decidere di convocare un
giocatore attualmente quasi inattivo e molto lontano dai
vertici della graduatoria nazionale, privando uno dei
professionisti più impegnati di un'importante occasione
ed esperienza ai più alti livelli internazionali,
contravvenendo i criteri decisionali consolidati sia
dalla prassi che dagli stessi regolamenti tecnici della
Fsi.
MI
Roberto Messa
All'attenzione
di:
Giuseppe Lamonica (vice-Presidente F.S.I.)
Antonio Rosino (Responsabile Squadre Nazionali),
per conoscenza a:
Roberto Messa (Direttore Responsabile della rivista Torre
e Cavallo)
Adolivio Capece (Direttore Responsabile della rivista
l'Italia Scacchistica)
Convocazioni Olimpiadi Scacchistiche 2002 (Slovenia)
Scacchi e Sport
Come ogni due anni stiamo per giungere al momento della
convocazione della nostra rappresentativa alle Olimpiadi.
Come è noto esse rappresentano il più alto momento
della vita sportiva internazionale, un occasione per ogni
Paese di mostrare simbolicamente, attraverso il valore
dei propri atleti, un segno di una più generale
eccellenza e capacità. Noi atleti degli scacchi, come
cerchiamo a volte un pò faticosamente di farci chiamare,
intendiamo tutti o quasi conquistarci un maggiore
rispetto pubblico facendoci riconoscere come sportivi
veri e propri e da questo nuovo e se pur ancora incerto
status ci sono già giunti alcuni segnali positivi dal
mondo istituzionale (Scuola innanzitutto).
Una cultura degli scacchi come sport sta lentamente
estendendosi ad alcuni ambienti non scacchistici con un
benefico effetto di rivalutazione rispetto al precedente
immaginario di scacchi come gioco. A questo cambiamento
tutti cerchiamo di partecipare attivamente ciascuno
muovendosi dal proprio ruolo nell'ambiente scacchistico.
Mantenere la rotta
Se tutto questo è vero allora, gli organizzatori
promuovono nuove manifestazioni, i docenti divulgano, gli
allenatori preparano i futuri campioni, gli atleti si
allenano e fanno gare, i giornalisti pubblicano - e
tutti, magari non vivendo esattamente felici e contenti,
almeno si danno da fare seriamente e in una direzione che
ha una sua coerenza complessiva.
In tutta questa non sempre spumeggiante realtà alla
nostra Federazione è sempre spettato il non troppo
gratificante compito di mantenere a galla la barca e dare
qualche colpetto di timone. Certo una piccola vela (bilancio
federale) e la mancanza generale di vento (interesse di
un ampio numero di persone e quindi del mondo economico)
non permette di puntare decisi a facili approdi.
Ma talvolta, come giocatore già imbarcato a suo tempo e
attivamente al posto di voga, sento la barca oscillare di
qua e di là e volgo allora lo sguardo ai timonieri
distratti che presi dai loro discorsi stanno perdendo di
vista la rotta anzichè tenerla ben ferma, da navigatori
di buon senso diretti alla propria meta (portare la
nostra federazione ad essere una dignitosa disciplina C.O.N.I.),
terrà fermamente la rotta stabilita con decisioni
coerenti (nel senso sportivo).
Regole dello Sport e Regole Umane
Con una sua recente lettera alla F.S.I. Sergio Mariotti
si è candidato ad uno dei posti nella nazionale olimpica
chiedendo esplicitamente che ciò gli venisse concesso
come riconoscimento alla carriera e aggiungerei anche
sulla base del suo evidente talento e notorietà. La
richiesta appare subito umanamente più che accettabile,
sportivamente invece discutibile e politicamente
certamente scomoda. Chi se la sentirà di rispondere con
equilibrio, con tatto e competenza sapendo bene che a
qualsiasi risposta ci saranno dei delusi? Facciamo questa
concessione ed ecco che almeno venti giocatori verrebbero
scavalcati di colpo da un giocatore che attualmente può
"vantare" fino a cento punti Elo in meno di
loro? Respingiamo la richiesta ed allora potremmo
sembrare ingrati a Mariotti che è stato per diversi anni
ottimo giocatore e poi Presidente anche troppo
accanitamente contestato.
Decisioni e responsabilità
La F.S.I. non dispone attualmente di un Commissario
Tecnico altamente qualificato in grado di supportare
questa decisione. I membri della Commissione Tecnica,
sentendo la responsabilità del caso, hanno promosso un
sondaggio tra i giocatori per conoscere intanto il loro
orientamento: dieci giocatori consultati in ordine di
media Elo (Godena, Bellini, Arlandi, D'Amore, Belotti,
Borgo, Bellia, Sarno, Vezzosi e Mantovani) e risultato di
cinque pareri contrari, tre favorevoli e due astenuti.
Nel frattempo però tra i consiglieri si stava già
formando una convinta corrente favorevole alla richiesta
Mariotti, orientamento poi ufficializzato in una
successiva riunione del Consiglio Direttivo. In tale
riunione il rappresentante dei giocatori Adolivio Capece
esprimeva il suo voto sfavorevole, in linea anche con
l'orientamento dei giocatori consultati, ma un secco otto
a uno a favore non lasciava dubbi.
Sì, proprio così, con una chiacchierata e una alzata di
mano il Consiglio Direttivo si è preso il diritto di
liquidare i principali parametri sportivi in campo:
meglio un cinquantaseienne che gioca un torneo all'anno
negli ultimi quindici anni e con cento punti di Elo in
meno, piuttosto che un trentacinquenne con due norme di
GM che di partite ne gioca cento all'anno e da dieci anni
è sempre tra i primi dieci italiani.
La Federazione non è il Bar Sport di Via Cusani 10,
affiliato come è noto al C.O.N.I., dove si tifa per
questo o per quello e si vota il giocatore dell' anno (di
quale anno poi, 1975?). La tifoseria calcistica ha da
sempre i propri eroi con cui sognare ma non riesce certo
a far mandare in campo il grande Pelè, Rivera o
Maradona, ma sembra proprio che alla Federscacchi queste
cose siano possibili.
Principi, Regole e Aspetti vari
Una convocazione viene stilata in base alle regole per
essa a suo tempo stabilite. La regola in vigore
stabilisce come ordine di riferimento la media aritmetica
di Elo Italia ed Elo FIDE.
Le regole di convocazione sono state create in base a dei
principi di eccellenza sportiva ma possono includere
anche alcuni ulteriori aspetti.
Ad esempio ha senso valorizzare la giovane età di
qualche atleta, premiare la perseveranza nell' impegno di
uno come stimolo anche per gli altri, offrire opportunità
in più a quelli che potrebbero realizzare titoli
internazionali di MI o GM. Proprio con in mente simili
aspetti la F.S.I. si è dotata di una regola speciale, la
così detta Wild Card. Ho assistito personalmente come
allora membro della Commissione Atleti alle riunioni del
Consiglio Federale che hanno tecnicamente creato
l'articolo sulle convocazioni sinteticamente noto come
Wild Card e ricordo bene le motivazioni da cui è nata.
Vorrei che venisse spiegato a tutti gli scacchisti cosa
la F.S.I. intende premiare e valorizzare in Sergio
Mariotti in questa occasione. Se si utilizza questo
strumento per dare una convocazione con forte sapore di
premio alla carriera scavalcando così di fatto una
schiera di giocatori tra i più impegnati e coi migliori
risultati dimostrati per anni in competizioni
internazionali recenti, si crea un evidente abuso
unitamente a un distorto messaggio a tutti gli scacchisti:
voi impegnatevi, poi vediamo!
Domande presenti e future
Come praticante a livello agonistico di questa nostra
disciplina, e in questa occasione come sesto giocatore
italiano per media Elo e quindi normalmente qualificato (regola
stabilita dal 1996 per le Olimpiadi di Erevan) e
potenzialmente escludibile ora dalla richiesta di Sergio
Mariotti mi chiedo, e rilancio le mie perplessità a chi
sta leggendo: stiamo veramente imparando a fare nostra
quella Cultura sportiva , dalla severa ma onesta legge
della competizione, che prospetta a tutti noi una
maggiore dignità e riconoscimento pubblico?
Voglio citare due storie sportive in un certo senso
opposte: il super campione e l'outsider.
Il primo: nel 1992 Carl Lewis l'atleta che ha vinto
tutto, icona vivente dell' atletica leggera, non supera
la prova di qualificazione nei 100 metri ai Trials
Statunitensi, probabilmente per una passeggera
indisposizione e viene escluso dalle Olimpiadi.
Il secondo: Manila 1992, il giovane maestro FIDE Vladimir
Kramnik, astro nascente dello scacchiamo russo, viene
selezionato con acume dal capitano Yuri Razuvaev che lo
antepone a quotatissimi grandi maestri.
Una dura legge nel primo caso, una scelta competente e
coraggiosa nel secondo. Due modi opposti e plausibili di
attuare una selezione. Noi scacchisti che sistema usiamo
oggi e come ci regoliamo per il futuro?
MI
Giulio Borgo
giulio.borgo@libero.it
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